Amici–nemici. Vivevano a pochi metri di distanza, nelle case popolari del rione Concordia di Vercelli. Secondo chi li conosceva erano migliori amici. Fino a ieri, quando una lite tra i due è finita in tragedia. Daniel Napolitano, magazziniere di 25 anni che lavorava in città è stata ucciso giovedì da Alessandro Rizzi. All’arrivo della Polizia, Napolitano era riverso sulle scale, ormai senza vita, colpito sei volte con un coltello che il suo aggressore ha poi gettato nel giardinetto interno allo stabile. Entrambi avevano una situazione familiare difficile ed erano seguiti dagli assistenti sociali.
Rizzi, già noto alle forze dell’ordine per alcuni reati minori, è stato subito fermato dalle forze dell’ordine e portato in Questura, dove gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Francesco Alvino, stanno cercando di ricostruire cosa sia successo nel corso della serata. Forse una storia di soldi, o come mormora qualcuno una ragazza che si sarebbe messa tra i due amici. Secondo alcuni testimoni invece la lite sarebbe stata causata da un dispetto di Rizzi alla madre di Daniel. La donna infatti non voleva che il figlio frequentasse Alessandro, che secondo alcuni vicini di casa aveva iniziato a bere e ad usare sostanze stupefacenti. E potrebbe essere proprio quel dispetto ad aver portato Daniel ad andare a casa dell’amico per chiedere spiegazioni. Forse per difendere la madre.