In Italia, nel 2016, si muore ancora di razzismo. È accaduto a Fermo, nelle Marche, in una giornata di luglio. Emmanuel Chidi Namdi, nigeriano di 36 anni, è stato massacrato perché aveva difeso la promessa sposa, Chinyery, dall’offesa “scimmia africana”, rivolta da un uomo, 38 anni, vicino agli ambienti di estrema destra. La dinamica dell’aggressione è stata spiegata solo in parte dagli inquirenti: Emmanuel Namdi stava passeggiando con la compagna lungo una strada di Fermo, quando si è imbattuto nel suo assassino che ha iniziato con gli insulti. Da lì la situazione è degenerato e la vittima è stata colpita anche con un palo della segnaletica stradale. Tuttavia, è al vaglio una serie di elementi per avere un quadro più chiaro. In ogni caso, sin dall’inizio le condizioni dell’uomo malmenato sono parse disperate: i tentativi di rianimazione si sono rivelati vani. Così dopo poche ore è spirato.
La storia di Emmanuel Namdi
Il 38enne nigeriano era ospite del seminario vescovile di Fermo dallo scorso settembre. Era stato accolto dopo essere scappato dalla furia omicida di Boko Haram, il gruppo terroristico affiliato all’Isis che semina da anni morte nel nord della Nigeria. Anche perché Emmanuel, di fede cattolica, avrebbe rischiato il doppio contro la follia sanguinaria degli estremisti islamici. “È stata una provocazione gratuita e a freddo. Ritengo che si tratti dello stesso giro delle bombe davanti alle chiese”, ha detto mons. Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, che assiste migranti e richiedenti asilo.
Polemica politica
La vicenda ha anche creato un dibattito politico. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha subito commentato: “Il ragazzo nigeriano a Fermo non doveva morire, una preghiera per lui”. Ma subito dopo è tornato all’attacco: “È sempre più evidente che l’immigrazione clandestina fuori controllo, anzi l’invasione organizzata, non porterà nulla di buono”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha promesso la presenza delle Istituzioni. “Il Governo oggi a Fermo con don Vinicio e le Istituzioni locali in memoria di Emmanuel. Contro l’odio, il razzismo e la violenza”. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha voluto dare un segnale, presiedendo il comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza. E dal Viminale viene ipotizzata anche l’aggravante di matrice razzista per la violenza commessa su Emmanuel.