L’Isis continua a spargere sangue, dopo l’orrore di Dacca, in Bangladesh. Altri due attentati hanno colpito la capitale irachena Baghdad, provocando almeno 80 morti tra cui molti bambini.
Le bombe sono esplose in due punti diversi della città: in un sobborgo sciita, a nord di Baghdad, e nei pressi di un centro commerciale nella centrale zona di Karada.
I testimoni hanno raccontato di scene infernali con le fiamme che avvolgevano il centro commerciale. Sul posto dell’attacco terroristico è arrivato anche il premier Haider al-Abadi, che però è sempre criticato per l’incapacità di garantire l’incolumità dei cittadini. A nulla è valsa la riconquista di Fallujah: anzi il pericolo è che molti miliziani in fuga abbiamo raggiunto la capitale per portare a termine una serie di attentati e destabilizzare la già fragile situazione politica. Per gli analisti si tratta proprio di una risposta dell’Isis alla perdita di Fallujah, tornata sotto il controllo governativo in seguito a violenti scontri. E la doppia esplosione risuona, tragicamente, anche come un avvertimento a non tentare la controffensiva su Mosul, la seconda città più grande dell’Iraq, governata dall’autoproclamato Califfo Abu Bakr al-Baghdadi.
Infine l’azione dell’Isis a Baghdad conferma che la brutalità del terrorismo non risparmia le persone di fede musulmana.