Che l’inizio non sarebbe stato facile lo sapevano tutti. Ma forse in pochi avrebbero potuto prevedere tutti gli incubi che si sono manifestati di fronte a Virginia Raggi nei primi 10 giorni decorsi dalla vittoria al ballottaggio. La questione delle nomine è solo l’ultimo dei terreni sdrucciolevoli su cui l’equilibrio del nuovo sindaco appare più che precario. Ciò che si delinea sempre più nitidamente sullo sfondo è una dialettica alquanto nervosa con il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti (Pd). Almeno due i settori critici, nei quali la dialettica potrebbe tracimare in scontro.
I FRONTI APERTI – Quasi sotto silenzio, per esempio, nei giorni scorsi è stata messa nelle mani della nuova amministrazione la patata bollente della Fiera di Roma. Si dà infatti il caso che il 22 giugno il Tar del Lazio, accogliendo uno dei tanti ricorsi di Investimenti spa, la società che controlla Fiera di Roma e che ha tra i suoi azionisti la Camera di Commercio di Roma, la Regione Lazio e il Campidoglio, abbia deciso di assegnare ai nuovi vertici della città 30 giorni di tempo per decidere il destino della Fiera. Il che significa un pressing incredibile sulla Raggi che dovrà esprimersi sul trasferimento alla Regione della delibera di valorizzazione delle aree della vecchia Fiera sulla via Cristoforo Colombo. Gli incassi della vendita di questi ultimi siti, infatti, sarebbero indispensabili per far fronte ai debiti di Investimenti spa e Fiera di Roma, un totale di circa 200 milioni di euro, di cui almeno 170 solo nei confronti di Unicredit. Certo, è singolare che dopo 10 anni di colpevoli immobilismi debba essere la Raggi a risolvere in quattro e quattr’otto un problema che nessuno dei suoi predecessori è riuscito ad archiviare. Fatto sta che il nuovo sindaco, che ancora non si è dotato di una giunta, dovrà prendere visione in tempi stretti del dossier. Quello stesso dossier che l’ex commissario Francesco Paolo Tronca ha deciso di tenere nel cassetto nell’attesa della nuova stagione di governo al Campidoglio.
SCREZI – Altro incubo a 5 Stelle, tra piccole gaffe e dichiarazioni non proprio tempestive, è quello relativo all’eventuale nuovo stadio della Roma. Nei giorni scorsi l’assessore in pectore Paolo Berdini sul progetto ha detto che “giuridicamente e tecnicamente è tutto in ordine” e che “il dossier è stato formalmente trasmesso alla Regione Lazio”. Chissà, forse è stato un modo per scaricare la responsabilità delle future mosse sull’ente guidato da Nicola Zingaretti. Per ora, però, l’unico risultato ottenuto è un mezzo incidente diplomatico con il Governatore del Pd, il cui staff ha infatti risposto seccamente: “La Regione Lazio è ancora in attesa dal Comune della trasmissione del progetto sullo stadio della Roma. Ad oggi nulla è stato ufficialmente inoltrato all’amministrazione regionale”. E così, mentre tutti gli osservatori parlano di un imminente scontro tra la Raggi e il governo di Matteo Renzi a proposito della gestione del debito monstre da 12 miliardi di euro ereditato dal Campidoglio e della rinegoziazione del relativi interessi, un’altra battaglia è già alle porte: quella con la Regione di Zingaretti.
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