Immaginate circa 300 cinesi che si ribellano in massa a un arresto e la polizia che è costretta a coricare l’orda con gli occhi a mandorla. È quanto capitato a Sesto Fiorentino (Firenze) dove, secondo quanto racconta Repubblica, un gruppo di cittadini orientali si era barricato all’interno di un capannone dopo aver fatto scoppiare una lite con le forze dell’ordine in seguito a un improvviso controllo.
Ci sarebbero anche alcuni contusi: in particolare tre orientali sono stati soccorsi, conseguenze anche per quattro appartenenti a polizia e carabinieri. Da parte dei cinesi radunatisi in piazza Marconi c’è stato anche il lancio di pietre e altri oggetti. Secondo poi quanto precisato i tafferugli sarebbero scattati dopo controlli di routine effettuati dal personale del servizio sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl, nell’ambito del piano triennale previsto dalla Regione, in collaborazione con le forze dell’ordine. L’area dell’Osmannoro – dove sono scoppiati i tafferugli – conta molte attività cinesi. Secondo quanto spiegato dalla Asl, le verifiche avrebbero fatto emergere alcune irregolarità, non gravi, in uno dei capannoni.
Quando gli sono state contestate, il titolare cinese dell’azienda che ha sede nel capannone avrebbe reagito spintonando il personale della Asl e le forze dell’ordine, usando il figlio di 10 mesi come scudo.