L’Europarlamento ha votato per una celere procedura di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Nella sessione plenaria sulla Brexit è passata a larga maggioranza la mozione che “una implementazione rapida e coerente della procedura di revoca” della presenza di Londra nell’Ue. Insomma, la linea sposata da popolari e socialisti è quella della fuoriuscita più veloce possibile.
I voti favorevoli sono stati 395 voti, contro i 200 “no”, tra cui la sinistra di Alexis Tsipras e 71 astenuti. L’attenzione si è concentrata anche sulla presenza in Aula di Nigel Farage, leader dell’estrema destra dell’Ukip. In molti hanno chiesto le sue dimissioni. Ma lui ha respinto l’invito. “Non mi dimetto ora dall’Europarlamento. Non intendo dimettermi fino a quando il lavoro sarà fatto”, ha affermato. Il suo intervento è stato spesso interrotto da urla e fischi. Ma Farage ha replicato: Venivo deriso quando 17 anni fa dicevo che avrei portato il Regno Unito fuori dall’Ue. Ora non ridete più. Non ridete più perché voi, come progetto politico, siete espressione della negazione”. E si è azzardato in una nefasta previsione: “Il Regno Unito non sarà l’ultimo Paese a lasciare la Ue”.
Juncker resta
Il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, finito sotto attacco, ha ribadito di non voler rassegnare le dimissioni dal suo incarico: “Vedrò stamani il primo ministro per chiedergli di chiarire la situazione prima possibile. Sono allergico alle incertezze e vorrei che la Gran Bretagna rispettasse la volontà del popolo britannico senza nascondersi dietro giochi a porte chiuse”. E non ha risparmiato accenni polemici verso chi lo ha criticato, specie nel Regno Unito: “Sono sorpreso di vedere che io, proprio io che in Gran Bretagna vengo dipinto come tecnocrate, eurocrate e robot, voglio trarre le conseguenze del voto. E loro no?”.
Il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, ha aperto i lavori con un messaggio di distensione: “Deploriamo la decisione, ma a tutti coloro che hanno lavorato con noi vogliamo dire che siamo legati umanamente e profondamente”. Parole pro-forma che contrastano con le affermazioni della cancelliera Angela Merkel: “Il Regno Unito non può aspettarsi gli stessi privilegi che aveva prima, senza dover rispettare anche gli obblighi. Chi vuole l’accesso al libero mercato dell’Unione europea deve rispettare i valori fondamentali dell’Ue”.