Dopo il no all’Unione europea, Londra dovrà cercare di tenere unito il Regno. Il voto sulla Brexit ha infatti confermato la spaccatura tra Scozia e Nord Irlanda con l’Inghilterra (eccezion fatta per Londra). In territorio scozzese c’è stato il netto predominio del “remain” (62%): “La Scozia ha parlato. E ha parlato chiaro”, affermato il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon. E quindi lo Scottish National Party è orientato a chiedere nuovamente l’indipendenza, attraverso un referendum. “È altamente probabile” l’opzione del voto.
“La Scozia ha consegnato un voto chiaro, senza equivoci, per la permanenza nella Ue e accolgo con favore questo sostegno al nostro status europeo”, ha ribadito. “Ho intenzione – ha spieagto Sturgeon – di prendere tutte le misure possibili ed esplorare le possibili opzioni per dare attuazione al voto in Scozia, e assicurare il nostro posto di continuare nella Unione europea, e nel mercato unico”. Una posizione che trova d’accordo anche il leader laburista Kezia Dugdale. “La nostra priorità deve essere quello di stabilizzare l’economia per rassicurare le persone sul loro lavori, le loro pensioni e sulle opportunità per il futuro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto l’ex premier Alex Salmond, che ha ipotizzato una nuova consultazione entro due anni. L’ipotesi che inizia a circolare è quella della convocazione del referendum appena la Gran Bretagna inizia le trattative per abbandonare l’Europa.