Dopo l’omicidio dei due poliziotti a Parigi e la rivendicazione dell’Isis, a tenere alta l’attenzione ci ha pensato, oggi, il premier Manuel Valls, il quale ha parlato di una “guerra” che “durerà una generazione” nella quale “altri innocenti perderanno la vita”. Una situazione non facile, questa per la Francia, se si considerano anche le proteste per a riforma sul lavoro e gli scontri degli hooligans ubriachi per le strade delle città che ospitano le partite degli Europei. “Mi si accuserà di generare ancora più ansia, ma la realtà è questa” ribadisce Valls a una radio.
Valls ha rifiutato ogni processo ai servizi di sicurezza dopo l’assassinio degli agenti da parte – ancora una volta – di un sospetto, segnalato e sottoposto a intercettazioni telefoniche. “Non permetterò che si parli del benché minimo errore, né di mancanza di discernimento – ha affermato il capo del governo – C’è sempre un fallimento quando due pubblici ufficiali vengono assassinati così”. Per Valls, dunque, bisogna far fronte “a una minaccia globale, abbiamo un nemico interno con questi individui autoradicalizzati che possono agire con pochissimi mezzi”.
Ma intanto si moltiplicano gli allarmi che giungono alle forze di polizia di Francia e Belgio. Le autorità francesi sono stati infatti allertati dai colleghi belgi che piccoli gruppi di estremisti hanno lasciato la Siria diretti in Francia e Belgio per compiere attentati. La fonte è un funzionario francese che parla all’Associated Press, aggiungendo che le autorità di Parigi restano “molto caute”. La stessa fonte ha sottolineato che i servizi di sicurezza ricevono abitualmente simili informazioni e che questa non cambia l’approccio del governo francese alla minaccia terroristica, già colpita in passato e in massima allerta.