Una tempesta travolge il Pd. A Montecitorio la giornata si conclude con una nuova fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica: Romano Prodi si ferma a 395 voti, contro i 504 voti necessari. Una sconfitta pesante, che fa implodere il Pd in una guerra di tutti contro tutti: Pier Luigi Bersani si dimette, Rosi Bindi anche, Prodi ritira la candidatura recriminando pesantemente.
PRODI SI RITIRA. Prodi ritira la candidatura con un comunicato spedito dal Mali, nel quale non manca una dura nota polemica: “Il risultato del voto – scrive – e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni. Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità. Io non posso che prenderne atto”.
ROSI BINDI SI DIMETTE. Praticamente negli stessi minuti Rosi Bindi si dimette da presidente, anche lei in modo molto polemico: “Non sono stata direttamente coinvolta – scrive in un comunicato – nelle scelte degli ultimi mesi nè consultata sulla gestione della fase post elettorale e non intendo perciò portare la responsabilità della cattiva prova offerta dal Pd in questi giorni, in un momento decisivo per la vita delle istituzioni e del Paese”.
BERSANI SI DIMETTE. Pier Luigi Besani prima convoca un vertice alla Camera, poi una riunione di tutti i parlamentari Pd all’hotel Capranica e lì, di fronte a tutti, rassegna le dimissioni. “Non posso accettare il gesto gravissimo – spiega – compiuto nei confronti di Prodi e per questo non posso restare alla guida del partito”. Con effetto, però, a partire da dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. “Uno su quattro tra di noi è un traditore – scandisce – sono saltati i meccanismi di solidarietà e di responsabilità tra di noi”. Intanto domani il Pd si prende un momento di pausa: “Domani mattina – annuncia – ci asteniamo e faremo un’assemblea”.
101 DISSIDENTI. Tra i 496 seggi del centrosinistra i 395 voti per Prodi c’è una differenza di 101. Subito dal Pd partono le accuse a Sel: sarebbero loro ad aver abbandonato Prodi per votare Stefano Rodotà.
VENDOLA: “ORA VOTEREMO RODOTA'”. Ma Nichi Vendola non ci sta: “I nostri voti sono riconoscibili perché abbiamo votato tutti ‘R. Prodi’. Non ci vuole una grande sapienza aritmetica per capire che il voto che è mancato a Prodi è tutto interno al Pd”. E rilancia, spiegando di sentirsi “molto tradito”, annunciando l’intenzione di sganciarsi al prossimo scrutinio: “Se il Pd archivia Prodi c’è solo Rodotà, che è la candidatura più alta, più nobile”.
MONTI: “VOTATE CANCELLIERI”. BERLUSCONI A PALAZZO CHIGI. Pochi minuti dopo il risultato dello spoglio, il premier Mario Monti diffonde una nota con la quale definisce “ottimo” il risultato della sua candidata, la Cancellieri, e invita tutti a votarla: “Merita – dice – l’attenzione di tutte le forze politiche che vogliano, attraverso un’elezione così importante, dare un forte segnale di rinnovamento, di fiducia nelle capacità dell’Italia di guardare avanti, di rispetto per il ruolo della donna nella società”. Per parlarne il leader del Pdl Silvio Berlusconi va a palazzo Chigi.
BERLUSCONI: “VOTIAMO OGNI CANDIDATO AL COLLE PER ARRIVARE A GOVERNO DI LARGHE INTESE”. “Voteremo qualsiasi candidato al Colle ci presentassero, che possa però poi portare alla possibilità di un governo condiviso. Se però non è condiviso, come oggi non parteciperemo alla votazione”, spiega Berlusconi, a margine di una cena elettorale del sindaco di Roma Gianni Alemanno all’Eur. Cena durante la quale, spiazzando tutti, prende il microfono e dedica due canzoni, cantando in francese, a Rosi Bindi: “Dedico le mie parole alla signora Rosi Bindi che come ho appena appreso ha lasciato la presidenza del Pd”, annuncia tra gli applausi e le ovazioni degli astanti.
BERSANI DOMANI INCONTRA MONTI. Domani andrà da Monti anche Bersani: “Noi non facciamo il capo dello Stato da soli”, dice alla riunione dei suoi, sottolineando che “ora occorre riprendere contatti con le altre forze politiche”. Il faccia a faccia si terrà probabilmente in mattinata. Sul tavolo l’ipotesi Cancellieri.