La Confcommercio, dopo i fischi a Matteo Renzi, torna all’attacco. E questa volta lo fa con un’indagine del suo Ufficio studi che non lascia adito a dubbi: le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate negli anni della crisi: +78,5%, con una incidenza sul totale passata dal 3,5% pre-recessione al 5,7% del 2014.
Le persone in povertà assoluta hanno superato nel 2014 i 4 milioni, con un incremento di quasi il 130% rispetto al 2007, arrivando a sfiorare il 7% della popolazione. Le famiglie assolutamente indigenti erano oltre 823mila nel 2007; sono salite a quasi 1,5 mln nel 2014.
“L’eccesso di pressione fiscale in Italia – afferma l’Ufficio studi – presenta una connotazione strutturale per l’incapacità di procedere a una serie revisione della spesa pubblica che riduca eccessi e sprechi”. E ancora: fino ad oggi, “gli unici tagli hanno riguardato la spesa in conto capitale, cioè di fatto gli investimenti pubblici”. Infatti, “tutte le componenti di spesa corrente derivanti da scelte discrezionali di policy sono in crescita tra il 2015 e il 2017, anche se con incrementi leggermente inferiori a quelli del Pil nominale”.