Doveva essere un sabato di festa a Orlando, in Florida, nel weekend delle celebrazioni del Gay Pride. E invece è stata una notte di sangue. Quella che è avvenuta al locale gay Pulse – tra Orange Avenue e Kaley Street – è stata una “sparatoria”, hanno spiegato le autorità, “che ha provocato un grande numero di vittime”. È entrato in un locale gay intorno alle 2 di notte (8 in Italia) e ha cominciato a sparare all’impazzata, uccidendo almeno 50 persone e ferendone 53.
La mass shooting peggiore della storia degli States è opera di Omar Seddique Mateen, cittadino americano figlio di rifugiati afghani, e sarebbe di matrice jihadista. Nato a New York nel 1986 e residente della città Port St.Lucie, in Florida, è anche iscritto al Partito democratico e iscritto nella lista nera dei simpatizzanti dell’Isis dall’Fbi, indagò su di lui due volte, per possibili legami con il terrorismo.
Dopo aver sparato all’impazzta, si è barricato dentro al club, dove c’erano almeno cento persone, insieme a numerosi ostaggi. Forse aveva una bomba, che è stata fatta detonare dagli agenti. Poi la polizia lo ha colpito e ucciso, mentre le ambulanze continuavano a portare fuori dal locale vittime e feriti, caricati anche sulle auto della polizia perché i mezzi di soccorso non erano abbastanza.
Una vera e propria strage. Gli ostaggi rinchiusi nel club Pulse – tra Orange Avenue e Kaley Street – hanno chiesto aiuto con messaggi su twitter e #PrayForOrlando è diventato trending topic. Secondo alcuni testimoni però, a sparare sarebbero state due persone: uno dentro al club e un altro fuori, a bordo di una macchina. Una fonte locale aveva riferito che l’uomo all’interno della discoteca aveva una bomba, ma la notizia non è stata confermata da fonti ufficiali. Quello che è certo è che, alcuni minuti prima dell’uccisione del killer, c’è stata un’esplosione controllata.
A parlare di due persone armate al New York Daily News è un testimone, Anthony Torres. Era appena uscito dal locale quando ha sentito il rumore di spari, è tornato indietro e ha visto “persone che correvano e scappavano”. Torres ha raccontato anche di aver visto diversi feriti a terra nel parcheggio e altri caricati sulle ambulanze. “Quattro di noi sono ancora nascosti – scriveva uno dei ragazzi dentro alla discoteca – le luci sono spente nel club. I poliziotti sono qui, ma non sono ancora entrati”. Sulla pagina Facebook del locale, quando l’uomo ha iniziato a sparare, era stata postata la scritta: “Uscite dal locale e mettetevi a correre“.
Quello che si è consumato nel Pulse club a Orlando, in Florida, è stato un atto terroristico secondo la polizia, che non ha chiarito però se si trattasse di un “lupo solitario” o se al contrario il killer fosse parte di una “rete internazionale”. Non si sa ancora nulla del killer né della sua provenienza, né di dove vivesse, ma l’Fbi lavora anche sulla pista dell’estremismo islamico. Gli agenti, nel corso della conferenza stampa, hanno invitato i cittadini a segnalare qualsiasi attività sospetta e chiunque “faccia discorsi che possono essere finalizzati a danneggiare la comunità”.