L’odissea migranti continua, in tutta la sua drammaticità. Anche oggi, infatti, il Mediterraneo è stata la tomba per diversi profughi che hanno tentato la traversata in fuga da Paesi in guerra. A sud di Creta la Marina greca ha finora tratto in salvo 340 persone da un barcone “affondato per metà”. L’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) ha riferito che quattro cadaveri sono state recuperati in mare, ma che a bordo c’erano almeno 700 migranti. E anche sulle coste nordafricane prosegue l’emergenza: almeno 117 corpi, tra cui quelli di 70 donne e cinque bambini, sono stati ritrovati sulla costa della città libica di Zuwara, a 120 chilometri da Tripoli.
IL NAUFRAGIO A CRETA – L’imbarcazione su cui viaggiavano i migranti ha iniziato ad affondare in acque internazionali 75 miglia a sud del porto di Kalo Limeni. A dare l’allarme è stata proprio la Guardia Costiera italiana. Quattro imbarcazioni, oltre ad aerei ed elicotteri, stanno ancora prestando soccorso. “Alcuni migranti sono finiti in acqua. Le navi che incrociavano in zona (almeno quattro) hanno lanciato delle zattere di salvataggio e stanno intervenendo per salvare vite umane“, hanno annunciato le autorità portuali. Secondo quanto stanno appurando gli inquirenti, il barcone potrebbe essere partito dalla Libia. La loro destinazione potrebbe essere stata l’Italia, ma non si esclude che gli scafisti fossero diretti in Grecia cercando di aggirare le pattuglie della Nato dispiegate più a nord nell’Egeo.