Brutta cosa partire strafavorito nei pronostici e poi vedere il proprio vantaggio sfarinarsi di giorno in giorno nei sondaggi. Succede a Piero Fassino, sindaco uscente di Torino, vecchio maggiorente del Pci-Pds-Pd, renziano della penultima ora. Il capoluogo piemontese, fin dai tempi di Sergio Chiamparino, è decisamente ben amministrato, ma la candidata del Movimento Cinque Stelle, Chiara Appendino, sta coagulando i voti di chi ritiene che la città sia immobile. E che dietro Fassino ci siano i soliti poteri forti, ovvero la Fiat e la Stampa di Sergio Marchionne e John Elkann, la Compagnia di Sanpaolo, il Politecnico e la Camera di commercio. Con l’aggravante del “Nazareno occulto”, ovvero il fatto che il candidato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, sia pronto a far convergere i propri voti al secondo turno sul longilineo Fassino. Già, perchè che il sindaco attuale non riuscirà a centrare la vittoria al primo round sembra ormai evidente, ma ai ballottaggi può succedere di tutto.
PROVE GENERALI
La Appendino, 32 anni, bocconiana, manager nella piccola azienda del marito, viene dalla borghesia imprenditoriale torinese e in questi mesi si è trasformata. Quando era consigliere comunale era un rottweiler, sempre in prima linea nel denunciare presunti scandali. Ma ora si presenta con toni pacati, senza personalizzare la battaglia con Fassino e strizzando l’occhio alla destra. Il perchè è presto detto. La Lega Nord di Matteo Salvini, pur di mandare a casa Fassino (e Napoli), al secondo turno sarebbe pronta a votarla. Un esperimento interessante anche a livello nazionale.