I timori diventano sempre più fondati, la Brexit è una eventualità da mettere in conto. I sondaggi sul referendum del 23 giugno, che chiederà ai britannici se uscire dall’Unione europea, convergono in maniera univoca sul risultato favorevole all’abbandono dell’Ue. Insomma, gli allarmi lanciati sui danni economici della scelta non stanno sortendo gli effetti sperati. Gli ultimi rilevamenti diffusi dal quotidiano The Guardian non lasciano molto spazio a interpretazioni: il 52% delle persone interpellate, sia online che telefonicamente, si dice favorevole ad abbandonare il progetto europeo, contro il 48%. Un margine non gigantesco, ma significativo visto l’avvicinarsi del voto e l’inerzia anti-sistema che sta prevalendo nel dibattito.
Il quotidiano britannico ha anche offerto un’altra visuale: tra quelli che hanno risposto al telefono alla domanda posta sul referendum, il 45% ha dichiarato di volere la Brexit, mentre il 42% vuole scongiurare questo scenario. Decisivo, quindi, sarebbe il 13% degli indecisi. Ma Martin Boon, il direttore di Icm (l’istituto di ricerca che han realizzato i sondaggi per il Guardian), ha evidenziato un elemento nuovo rispetto alle scorse settimane, quando la modalità di rilevamento incideva sul risultato complessivo (dal web la tendenza era più favorevole alla permanenza della Gran Bretagna nell’Ue). Invece “il nostro sondaggio telefono e quello on-line sono coerenti sulle intenzioni voto per il referendum”, ha affermato Boon.
Inoltre, i sondaggi raccontano anche una divisione per classe: gli operai sono schierati in netta prevalenza per la Brexit con uno schiacciante 62%. Anche all’interno del Regno Unito ci sono divisioni: in Scozia la maggioranza degli elettori non vuole abbandonare l’Unione europea, mentre in Inghilterra e Galles vince l’orientamento la Brexit. Un dato che potrebbe avere anche ripercussioni forti, alla luce delle tendenze secessioniste scozzesi.
Il tentativo anti-Brexit di Cameron
Il premier britannico, David Cameron, si sta giocando il tutto per tutto per evitare la sua sconfitta. Per quello è andato in televisione, su Sky, per rispondere al pubblico, ribattendo alle domande arrabbiate dei sostenitori della Brexit.
Il primo ministro ha rilanciato le preoccupazioni sulle conseguenze economiche dell’uscita dall’Unione europea. E ha anche ricordato che l’Ue “è stato uno strumento per far parlare tra di loro Paesi che fino a qualche anno prima si combattevano tra di loro”. Una parziale correzione della rotta rispetto alla “terza guerra mondiale” evocata qualche settimana fa. Ma lo sforzo di Cameron non sembra sia stato molto proficuo: secondo un sondaggio online del Telegraph, la sua performance è stata negativa per l’87% degli spettatori.