Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha concesso gli arresti domiciliari all’ex sottosegretario del Pdl, Nicola Cosentino, detenuto a Terni da oltre due anni. A dirlo all’Ansa uno dei legali di Cosentino, Agostino De Caro. Il provvedimento è in corso di notifica a Cosentino, che sconterà i domiciliari in una villa di famiglia a Venafro, in provincia di Isernia.
Da due anni l’ex sottosegretario all’Economia e uomo forte di Forza Italia in Campania è in carcere a Terni. Tra le varie ipotesi di reato contestate nelle inchieste giudiziarie nei confronti di Cosentino c’è anche il concorso in associazione camorristica.
In realtà già in passato Cosentino, finito ai domiciliari, aveva deciso di scontare la sua pena nella villa di Venafro. Il che, peraltro, desta qualche legittimo sospetto negli abitanti della piccola cittadina pentra. Il motivo è presto detto: Venafro è ritenuta l’avamposto della camorra in Molise (sono noti alcuni episodi in passato anche di pizzo chiesto ai commercianti). Non a caso, tra coloro passati a Venafro a scontare la propria pena, c’è stata anche Enrichetta Avallone, moglie di Antonio Iovine o ninno, boss dei Casalesi fino all’arresto dopo 14 anni di latitanza. Come se non bastasse, venafrano è anche Aldo Patriciello, uomo forte di Forza Italia in Molise e attuale europarlamentare nelle file degli Azzurri. Sebbene non sia mai stato indagato a riguardo, il gruppo imprenditoriale che fa capo a Patriciello – per quanto denunciato anche da Legambiente in passati rapporti sulle Ecomafie – è finito invischiato in inchieste in cui spuntano legami con Michele Zagaria Capastorta, l’altro boss dei Casalesi anche lui finito al 41-bis dopo un lungo periodo di latitanza. È bene precisare, però, che questo stralcio dell’inchiesta è stato, poi, archiviato.