Ci si avvia verso le elezioni amministrative. E, come capita in questi casi, lo spazio (e il tempo) concesso dalle emittenti televisivi, specie se parliamo del servizio pubblico, è spesso determinante. Non è un caso che in questi giorni sia scoppiata la polemica su Ballarò, su Massimo Giannini e sulla presunta esclusione dal suo programma di esponenti del Partito Democratico. Insomma, il servizio pubblico è tra due fuochi: da una parte c’è chi ritiene che la Rai sia diventata “proprietà” del Pd e dall’altra chi è di parere diametralmente opposto.
Ed ecco allora che scocca la domanda: come si sarà comportato il servizio pubblico a meno di una settimana di distanza dal fatidico giorno delle urne? Dall’ultimo aggiornamento dell’Agcom, pubblicato il 31 maggio e relativo al periodo 23-29 maggio, emergono alcuni aspetti notevolmente interessanti, sintetizzabili in questo modo: la Rai, specie i telegiornali, sono diventati più renziani del Pd.
I DATI – Ma passiamo ai numeri. Per il Partito Democratico, i telegiornali del servizio pubblico hanno riservato un tempo di antenna (il minutaggio complessivo tra interviste e notizie date in terza persona) pari a 3 ore 46 minuti. L’unico concorrente che “regge” – anche se distaccato di un bel po’ – è il Movimento cinque stelle, cui sono state dedicate in totale 2 ore 31 minuti. Distaccati anni luce tutti gli altri. Per dire: a Forza Italia sono riservate poco più di 1,20 ore; alla Lega solo 41 minuti.
SERVIZIO PRIVATO – Ma il discorso non finisce qui. Già, perché accanto al tempo ad hoc dedicato al partito, c’è quello di cui godono esclusivamente premier e Governo. E qui il minutaggio raggiunge vette stratosferiche. Per dire: al solo Matteo Renzi la Rai, dal 22 al 29 maggio, ha lasciato spazio per ben 5 ore 47 minuti. In pratica, quasi il doppio di quanto riservato al suo stesso partito. E al Governo quasi altre 2 ore (1, 56). Ora, tenendo conto che a ridosso delle elezioni anche gli uomini dell’Esecutivo sono stati chiamati in più occasioni a fare campagna elettorale, si capisce come, numeri alla mano, si possa parlare di televisione “renzianizzata”. Esagerato? Probabilmente no, se si tiene conto che lo stesso report dell’Agcom è intitolato espressamente: “23-29 maggio 2016- Campagna elettorale per le elezioni amministrative 2016”. Insomma, il focus tiene espressamente conto del fatto che si è in campagna elettorale. Inevitabile, a questo punto, fare la somma: tra Pd, Governo e Renzi, la Rai ha concesso, in sette giorni, la bellezza di 14 ore 29 minuti. Ed ecco allora che la distanza (abissale) con gli altri “concorrenti” politici si fa decisamente rilevante. Per dire: se volessimo fare una media, nell’arco di sette giorni, al Movimento Cinque Stelle, l’avversario diretto del Pd, sono stati concessi circa 15 minuti al giorno; al Partito Democratico un’ora e mezza. Per dire.
I PROGRAMMI TV – Ma non finisce qui. Già, perché poi ci sono anche i programma extra-tg. Parliamo cioè di tutti quei programmi di approfondimento – spesso seguiti anche più dei telegiornali – in onda sui canali Rai. Da Ballarò a Porta a Porta, dall’Arena a Virus. Per quanto riguarda questi programmi solo ieri l’Agcom ha stilato un dossier a parte, che prende in considerazione il tempo concesso ai vari partiti nell’arco di tutta la campagna elettorale, a partire dal 21 aprile per finire al 20 maggio.
Anche qui i conti, numeri alla mano, sono decisamente interessanti. Se al Pd sono state dedicate altre 10 ore, 34 minuti, ai Cinque Stelle circa la metà (5 ore 59 minuti). Caso particolare: Forza Italia è stata più presente in Tv dei grillini (6 ore 20 minuti), mentre la Lega non raggiunge le 5 ore. Nell’arco del mese Renzi è stato presente nelle trasmissioni extra-tg per circa 3 ore, mentre gli uomini di Governo hanno raggiunto le 5 ore e 24 minuti. Anche qui, insomma, distanze non da poco. E che, in un modo o nell’altro, potrebbero incidere sul voto di domenica.
Tw: @CarmineGazzanni