Una promozione per l’Italia. Che però “può fare di più”. Soprattutto con gli investimenti pubblici. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, si schiera con l’ottimismo di marca renziana per quanto riguarda l’economia. “Ci sono chiari segnali positivi”, ha affermato nelle Considerazioni finali 2016, pur nella consapevolezza che “la crescita è ancora da consolidare”. Anche sul lavoro ci sono stati elogi: secondo il numero uno di Palazzo Koch il numero di occupati è migliorato al di sopra delle aspettative. “Ma disoccupazione resta però troppo alta”, ha rilevato. E ha perciò sollecitato “un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro”.
Parlando della fase economica “sia nella sua dimensione quantitativa sia sul piano qualitativo, il tasso di crescita potenziale non è un dato immutabile, replica di deludenti andamenti passati”, ha affermato nella sua relazione Visco. Aggiungendo che la crescita può essere stimolata “con misure appropriate” in base “alle decisioni di accumulazione, dai meccanismi di allocazione delle risorse”. “Per una ripresa più rapida e duratura è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti”, ha argomentato
Politiche monetaria di Visco
Il governatore di Bankitalia si è anche soffermato sugli aspetti più strettamente legati al suo lavoro. “Per la politica monetaria, la sfida principale resta il permanere dell’inflazione su livelli eccessivamente bassi”, ha scandito. Le misure espansive attuate “hanno alimentato la fiducia di imprese e famiglie”. Perché”in assenza delle misure di politica monetaria introdotte tra la metà del 2014 e la fine del 2015 sia il tasso di crescita annuo dei prezzi sia quello del prodotto sarebbero stati inferiori, nell’area, di circa mezzo punto percentuale nel triennio 2015-2017″.