In fondo per uno che è nato per fare campagne elettorali momenti come questi sono unici nella storia. Amministrative a giugno e referendum su se stesso ad ottobre. Una congiunzione astrale unica e irripetibile. Come non era capitato nemmeno a Silvio Berlusconi. In fondo il premier le riforme costituzionali le ha fatte solo per poter fare il referendum. Dove non conta il contenuto del contendere ma il contenitore. Ovvero la consultazione popolare tarata su un si o un no. Dunque la formula basica della politica. Che è quella che piace tanto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che nel Live show sul sito del quotidiano la Repubblica ha cavalcato come fa un surfista con l’onda perfetta, mettendo in campo tutti i temi con i quali l’esecutivo ha gestito questi due anni di permanenza a palazzo Chigi. Dal lavoro alle riforme, passando per il fisco e i diritti civili. Un vero caleidoscopio di leggi e provvedimenti. Ma se il passato serve a illustrare il futuro serve per stregare. E per flo è necessario spostare sempre più in avanti la frontiera. Costi quel che costi. Il fisco e il ceto medio, su cui pesa in modo inequivocabile la mannaia delle aliquote Irpef sembra essere diventato il nuovo mantra dell’esecutivo e della maggioranza che lo sostiene.
Le promesse di Renzi
Il tema è avvincente e pagante elettoralmente ma costa e al ministero dell’Economia lo sanno bene. Un po’ meno gli italiani. Ovviamente dall’orizzonte non possono mancare le pensioni. In tanti sono preoccupati per la pensioni, ma Renzi rassicura: “Non le toccheremo, nessuno deve temere per le propria pensione. Quindi tranquillità per tutti”. E chiarisce: “La vera scommessa è sapere se possiamo dare un anticipo pensionistico, l’Ape, a chi deve aspettare per la legge Fornero, chi va in pensione prima deve rinunciare a qualche cosa, ci siamo dati come tempo la prossima legge di stabilità”. C’è anche il tema delle pensioni minime: “Ne stiamo discutendo”, afferma, “stiamo lavorando su tutto concretamente ma molto silenziosamente e come scadenza ci siamo dati la legge di Stabilità”. Un altro obiettivo è alleggerire l’aggravio fiscale sul ceto medio: “Aldilà dei bonus, stavolta le tasse si abbassano sul serio”, garantisce Renzi. Quanto al rapporto con i sindacati, il presidente del Consiglio taglia corto: “Non pensiamo che la concertazione sia una coperta di Linus della quale è impossibile fare a meno. Se c’è, siamo contenti: se possiamo coinvolgere e dialogare con le categorie, noi siamo qui. Non siamo ideologici. Siamo pronti a fare gli accordi. Poi ci sono alcuni sindacati che hanno scelto di non lavorare con noi”. Il riferimento è alla Fiom: “Ad esempio su Fiat Crysler la Fiom era contro e secondo me ha sbagliato Landini”.
Elezioni e tasse
Insomma per Renzi non è mai tempo di pace, semmai di tregua tanto da riesumare la concertazione. Infine riforme, alleanze del Pd per le comunali, tasse. Ma soprattutto economia e lavoro. Questi sono i temi dell’agenda elettorale di Renzi, l’unica sempre aperta. E pazienza se le domande al segretario Pd Matteo Renzi raccontano storie di esodati, disoccupati, lavoratori in mobilità , renzi ammette solo che il Jobs Act da solo non basta. Ma afferma con convinzione che si tratta della “più grande operazione di lotta al precariato mai fatta dalla sinistra. Semplifica le forme di contratto atipico – aggiunge – e ha avuto come risultato un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato. È la cosa più di sinistra mai fatta da un governo”.