Spunta un nuovo clamoroso indizio sugli ultimi istanti in volo dell’Airbus di Egyptair, precipitato al largo delle acque greche. A far precipitare l’aereo è stata un’esplosione a bordo. Per uno dei medici legali del team investigativo che indaga sugli ultimi istanti in volo dell’Airbus, infatti, questa sarebbe questa la causa dell’inabissamento. Dall’analisi dei brandelli umani restituiti dal mare, il velivolo sarebbe esploso in volo: “Non ce n’è nemmeno uno che sia il pezzo intero di un corpo, come un braccio o una testa: la spiegazione logica è che si è trattato di una esplosione”, ha detto il medico legale.
Sempre sul fronte delle indagini, ieri è caduta anche la certezza su uno dei pochi punti che finora sembravano non in discussione: le brusche virate dell’Airbus 320 segnalate nel dettaglio dalla Grecia e che ora l’Egitto smentisce. “L’aereo è apparso ad un’altezza di 37 mila piedi all’interno dello spazio aereo (greco, ndr) senza alcuna deviazione, poi è scomparso dagli schermi dei radar dopo meno di un minuto”, ha dichiarato Ehab Mohieldin, l’amministratore delegato del Nansc, l’Ente nazionale egiziano di servizi per la navigazione aerea.
L’Egitto smentisce quindi la ricostruzione della Grecia, che aveva fornito i dettagli sulle ultime manovre del velivolo prima di inabissarsi. Poche ore dopo il disastro che ha causato 66 vittime, infatti, il ministro della Difesa greco Panos Kammenos aveva ricostruito gli ultimi istanti in volo: “Immediatamente dopo essere entrato nella flight information region del Cairo, l’Airbus ha compiuto brusche virate e una discesa che descrivo così: 90 gradi a sinistra e poi 360 gradi a destra”.