Una sorpresa. In parte anche per gli addetti ai lavori. La maglia rosa di Steven Kruijswijk al Giro d’Italia 2016 era inattesa, soprattutto a sei tappe dalla conclusione. E la sensazione di sorpresa aumenta di fronte al vantaggio che ha accumulato: 2’12” sul colombiano Esteban Chaves, 2’51” su Vincenzo Nibali e 3’29” sullo spagnolo Alejandro Valverde. Una vera e propria ipoteca sul trionfo. Ma chi è questo Steven Kruijswijk, 29 anni, che sta togliendo il sonno allo Squalo messinese, seminando un po’ di delusione tra i tifosi italiani? Si tratta davvero di carneade? A ben vedere, non è proprio un ciclista venuto fuori dal nulla nonostante il suo palmares povero con appena due vittorie: una tappa al Giro di Svizzera del 2011 e la classifica finale dell’Arctic Race of Norway, una gara di agosto che si corre al di sopra del circolo polare artico.
Ecco chi è Steven Kruijswijk
Kruijswijk, professionista dal 2006 e passato nelle formazioni Pro Tour nel 2010, si è già fatto notare sulle strade del Giro d’Italia, indossando la maglia della Rabobank e della Belkin prima di passare nel 2015 alla Lotto Nl Jumbo. Per questo era considerato tra i primi dieci più forti al via. Nella classifica generale del 2015 ha chiuso al settimo posto, e ha così dimostrato di saper competere con i più forti in salita. Il suo ritardo dai migliori era peraltro stato causato da problemi nella prima settimana perdendo 8 minuti nella terza tappa. Dopo ha sempre tenuto il passo dei big. Nella classifica della maglia azzurra, quella definita del miglior scalatore (che si ottiene sulla base dei punti conquistati sui Gran premi della montagna), ha chiuso al terzo posto con 115 punti, appena 10 in meno di Giovanni Visconti e 7 di Mikel Landa. In due tappe, poi, si è piazzato in seconda posizione: a San Giorgio del Sannio (9a tappa) a 21″ da Paolo Tiralongo al termine della fuga di giornata; ma soprattutto all’Aprica, nel tappone (16a) che prevedeva la scalata del terribile Mortirolo, è arrivato insieme – precedendolo al traguardo – alla maglia rosa Alberto Contador, pochi secondi dopo il vincitore Landa. E nella 20a tappa al Sestriere, quella vinta da Fabio Aru, Kruijswijk ha staccato lo spagnolo, piazzandosi quinto nella graduatoria di giornata. Insomma un rendimento inappuntabile in salita. E quindi la dimostrazione, preoccupante per Nibali e gli altri avversari, della sua tenuta in una corsa a tappe lunga tre settimane.
Kruijswijk, del resto, già nel 2010 – anno di esordio al Giro d’Italia – ha terminato al terzo posto una tappa. Mentre nel 2011 (a 24 anni) era entrato nella top ten della classifica generale, chiudendo all’ottavo posto (inizialmente era nono, ma ha scalato una posizione con la successiva squalifica di Contador) e rivelandosi uno dei giovani più interessanti nel panorama ciclistico mondiale.
Le esperienze al Tour de France sono state meno brillanti, anche a causa di un percorso non sempre congeniale all’olandese che preferisce la montagna. Il miglior piazzamento è arrivato nel 2014 con un 15° posto. Nel 2015 ha cercato di lasciare il segno in qualche tappa, in particolare nella 17a quando era nella fuga di giornata. Ma non ha colto risultati importanti, terminando 21° nella classifica generale.
Giro d’Olanda
Del resto il destino del Giro d’Italia 2016 sembra segnato dalla partenza, ad Apeldoorn, in Olanda. Il caso ha voluto che la prima maglia rosa finisse sulle spalle di un olandese, Tom Dumoulin, protagonista molto atteso uscito di scena per un repentino crollo della forma. Tuttavia nell’ultima settimana la classifica generale torna a essere in versione tulipiano, con Steven Kruijswijk primo nella classifica generale. E con un vantaggio tale da poterlo immaginare vincitore della 99esima edizione della corsa rosa. Perché – come emerge dal suo profilo – le possibilità di successo sono decisamente alte.