di Gaetano Pedullà
Ieri questo giornale è uscito con il nostro tipico grande titolo in prima pagina che diceva “Un Colle lontano dalla realtà”. L’inciucio tra Pd e Pdl per mandare Franco Marini al Quirinale ci sembrava improponibile nel metodo e nel merito. Improponibile nel metodo perché frutto di indigeste manovre di Palazzo. Improponibile nel merito perché Marini non è certo quella sorpresa che Bersani ci aveva promesso. A 80 anni, uscito sconfitto persino nel suo collegio elettorale in Abruzzo, l’ex sindacalista non è certo quella novità che gli italiani chiedono limpidamente. Solo leader sordi e troppo presi dal guardarsi l’ombelico potevano non rendersene conto. Il risultato è che a fare festa è stato Franco. Non Marini ma quell’altro; quello che di cognome fa Tiratore.
Un nuovo, l’ennesimo, desolante spettacolo della politica italiana. Con le riprese, su tutte le Tv nazionali, dei nostri parlamentari che passeggiano tra l’aula e il Transatlantico dopo la faticosa impresa di aver deposto nell’urna una scheda inutile oppure bianca, mentre fuori da Montecitorio la gente grida e l’Italia soffre.
Ora tutto è di nuovo in alto mare. E però in una situazione più difficile. Fino a mercoledì avevamo un Pd traballante.
Oggi la frattura è consumata e profonda. Il centro sinistra aveva un’alleanza di ferro tra Bersani e Vendola. Ieri Sinistra e libertà ha salutato e votato Rodotà, incurante di lasciare così al suo destino il segretario piddino. Renzi, tra un record di ascolti dalla Bignardi e l’assedio che continua a fargli l’establishment del suo stesso partito, tiene duro e non votando Marini avvelena i pozzi di un possibile inciucio anche per palazzo Chigi, accelerando così di fatto il ritorno alle urne. Berlusconi sta a guardare più incredulo che felice la decomposizione del blocco di sinistra e Grillo conta i nuovi voti che verranno.
Fuori dal Palazzo invece gli italiani aspettano. Sono passati due mesi dalle elezioni e non è successo nulla. Le imprese chiudono, le famiglie arrancano, i disoccupati passeggiano. Fa un po’ ridere vedere in Tv e sui giornali arcinoti commentatori delle cose politiche continuare a negare che la miglior soluzione era già due mesi fa e resta ancora oggi tornare subito al voto, anche con l’attuale legge elettorale purché con una nuova offerta politica. I cittadini dunque si scatenano e ieri la vera rivolta si è vista su internet. Un mondo digitale più vero di quello che vogliono farci apparire come reale.