Dopo Matteo Renzi, oggi anche il ministro Maria Elena Boschi rincara la dose sulla battaglia referendaria per il Sì alle Riforme. Ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, ha detto rivolta direttamente all’Anpi, dopo le polemiche sul no al nuovo Senato e alla spaccatura interna ai partigiani d’Italia: “Come direttivo nazionale, l’Anpi ha sicuramente preso una linea. Poi però ci sono molti partigiani, quelli veri, e non quelli venuti poi, che voteranno sì alla riforma”.
Insomma, per la Boschi i veri partigiani voteranno sì. Strano a dirsi considerando che ormai il Pd è ritenuto – pressocché da tutti – un partito sempre meno di sinistra (vedi l’alleanza con Denis Verdini).
A seguire, la Boschi sostiene che il refendum confermativo di ottobre sulle riforme costituzionali “è una occasione di grande partecipazione per i cittadini. Ieri abbiamo visto quanti uomini e donne siano andati a raccogliere le firme per la consultazione. Tanti si stanno organizzando nei comitati per il sì. Non è una riforma del governo, è una riforma di tutti i cittadini” perché “l’ultima parola spetta a loro”.
“Le riforme – ha proseguito la ministra – erano state già proposte dal governo Letta, ma si erano bloccate, il nostro governo nasce su mandato del presidente Giorgio Napolitano per riprenderle, abbiamo chiesto la fiducia al parlamento su questo programma di riforme”. “Renzi – ha continuato poi la Boschi – quando dice una cosa la fa”, rispondendo alla domanda se il premier si dimetterà in caso di sconfitta al referendum. E poi la promessa: “Se al referendum vince il no, allora verranno altri. E io e Matteo Renzi andremo via”. Insieme, ovviamente.