Le dichiarazioni dell’ad di Enel, Francesco Starace, davanti agli studenti della Luiss del 14 aprile scorso erano passate inizialmente sottotraccia. Meglio, però riascoltarle bene. “Per cambiare un’organizzazione aziendale è necessario che un manipolo di cambiatori distrugga fisicamente i gangli che si oppongono al cambiamento. A tal fine bisogna creare malessere e poi colpire le persone che si oppongono al cambiamento in modo da suscitare paura nell’intera organizzazione. Così in pochi mesi l’organizzazione capirà perché alla gente non piace soffrire”. E le hanno riascoltate bene i senatori della Sinistra Italiana che hanno portato il caso in Parlamento.
IL VIDEO COMPLETO (Le frasi incriminate al minuto 43)
L’INTERROGAZIONE – “Sono idee che non esito a definire di stampo fascista, forse ispirate da quel cognome evocativo oppure dalla suggestione del ‘bivacco di manipoli’ di cui parlava il Duce. Di certo si tratta di una strategia diametralmente opposta a qualsiasi concezione democratica del diritto del lavoro”, ha affermato il senatore di Si Giovanni Barozzino. Per questo motivo Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo “per chiedere come intenda procedere nei confronti di un manager che suggerisce ai giovani l’uso di squadracce aziendali per distruggere chi si oppone alla sua visione aziendale e seminare paura nell’intera organizzazione. Ricordo che Enel, pur se quotata in borsa, non è un’azienda privata. E’ pertanto responsabilità diretta del governo intervenire contro un manager che fa strame dei più elementari diritti del lavoro”. E per fortuna che l’iniziativa della Luiss era intitolata “AD esempio per spiegare come si dirige un’azienda”.
RENZI NON DICE NIENTE? – Nella giornata di oggi, dopo Sinistra Italiana, sul caso Starace sono intervenuti anche due senatori del Pd. Miguel Gotor e Paolo Corsini chiedono chiarezza al presidente del Consiglio attraverso una nota durissima: “Viva la faccia, ma occhio all’osso del collo! Francesco Starace, amministratore delegato dell’Enel, erudisce i ragazzi della Luiss sulle tecniche di cambiamento delle grandi organizzazioni e racconta, compiaciuto, come si eliminano i vecchi. E’ possibile che i cambi della guardia nei grandi gruppi mietano le loro vittime”, scrivono i due senatori democratici, “Ma non ricordiamo nessun top manager, nemmeno il Franco Tatò dei bei tempi, che si vantasse con tanta improntitudine di quello che, cosi’ raccontato, appare un preciso disegno di mobbing, e cioè un reato. Ci domandiamo”, conclude la nota, “se l’azionista principale dell’Enel, e cioè il ministero dello Sviluppo economico, ritenga che i risultati economici dell’Enel siano proporzionati a tanta esibizione di muscolare oratoria. Se non lo fossero, sarebbe due volte imbarazzante. E infine ci chiediamo se il premier Matteo Renzi, che Starace ha scelto, non abbia nulla da eccepire sullo stile e i contenuti delle dichiarazioni del manager”.