Si sgonfiano gli sgravi contributivi e la bufala del Jobs Act si smonta. Non accenna a diminuire, infatti, il calo delle assunzioni stabili dopo il dimezzamento degli sgravi contributivi, che nel 2016 sono passati dal 100% al 40%. Nei primi tre mesi del 2016 sono stati stipulati 428mila contratti a tempo indeterminato, mentre le cessazioni sono state 377mila, con un saldo positivo di 51mila unità.
Il dato – dice l’Inps – è peggiore del 77% rispetto al saldo positivo di quasi 225mila contratti stabili dei primi tre mesi 2015 e risente della riduzione degli incentivi sui contratti stabili. Il dato è peggiore anche del 2014, quando si era registrato un aumento di 87mila posti stabili nei primi tre mesi. La discesa non è certo una novità: già a febbraio, la flessione delle assunzioni certificata dall’Inps era stata pari al 33%.
Se si guardano solo i dati di marzo 2016, si sono registrate 101mila attivazioni di contratti a tempo indeterminato, mentre un anno fa erano 166mila: il crollo è stato del 39%. Il confronto diventa ancora più impietoso se si guarda il saldo tra contratti attivati e cessati. Se a marzo del 2015 la differenza era positiva, con un balzo in avanti di oltre 30mila posti di lavoro, quest’anno il dato scende sotto lo zero, a quota -15mila.