Dalle parti del Partito democratico hanno poco da stare sereni. Per Roberto Giachetti è andata in archivio una giornata difficile. Con un doppio evento negativo: la riammissione della sinistra di Stefano Fassina e la decisione di Scelta civica di non sostenere il Pd nella corsa, già complicata, al Campidoglio. Viene quindi meno un altro alleato. Certo non è di primissimo piano, ma comunque avrebbe potuto portare un po’ di voti in una competizione serrata. E che richiede qualsiasi sforzo per raggiungere almeno il ballottaggio.
PORTA IN FACCIA
Il ritorno in campo dell’ex viceministro Fassina è stato accolto con una “soddisfazione di facciata” da Giachetti. Nel perimetro del suo staff si ragiona però sulla ricomparsa di un avversario in un territorio politico su cui il candidato dem voleva provare a crescere nei consensi. “Contento per Stefano (Fassina, ndr) e i suoi elettori. Andiamo avanti, convinti che il popolo di centrosinistra sarà unito al ballottaggio”, ha twittato il vicepresidente della Camera. E per tutta risposta ha ricevuto una porta in faccia: “Vedo difficile il dialogo con chi ha sostenuto la buona scuola e con chi ha fatto il pasdaran del Jobs Act”. Fassina non ha parlato solo in astratto del partito. Ma se l’è presa direttamene con Giachetti. “Stiamo parlando di chi ha scelto lo slogan Roma torna Roma e noi a quella Roma non vogliamo tornare. Il modello Roma di cui parla Giachetti ha reso le periferie insostenibili. Abbiamo visioni città molto diverse”. Del resto l’astio era già noto: anche in caso di esclusione definitiva dalle elezioni, il deputato di Sinistra italiana non avrebbe sostenuto i dem. “Neppure dietro promesse mirabolanti”, raccontano nell’entourage fassiniano. Nella giornata nera di Giachetti si è inserito un viceministro in carica: Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica (Sc). In una conferenza stampa alla Camera ha annunciato l’appoggio a Guglielmo Vaccaro, ex Pd ora nel Gruppo Misto di Montecitorio, che ha deciso di candidarsi nella lista civica di Marchini.
LA SCELTA CIVICA
“Invitiamo a esprimere la preferenza a candidati come Guglielmo Vaccaro, che condivide con noi il progetto del cantiere dei moderati e liberal-democratici”, ha affermato il leader di Sc. Che rispetto a Fassina è stato più possibilista per il dialogo al ballottaggio. “Lasciamo libertà di voto tra Giachetti e Marchini per la preferenza sul sindaco”, ha detto Zanetti. Eppure Scelta civica aveva individuato nel candidato renziano il proprio uomo per il Campidoglio. Ma durante la trattativa per la composizione delle liste si è inceppato qualcosa. “Alcune scelte arbitrarie sulle candidature, che nulla avevano a che vedere con la pulizia delle liste e tutto avevano a che vedere con il privilegiare altri gruppi romani nei confronti di Scelta Civica nella lista Più Roma, ci hanno indotto a fare un passo indietro”. E adesso il Pd di Giachetti paga il conto.