Cantone ordina, il Governo disobbedisce. Sì, proprio così, questa volta il capo dell’Autorità anti-corruzione (Anac) non è stato ascolato come un oracolo. E anzi è stato pienamente sconfessato. Per quale motivo? La materia è da mesi sotto esame: si parla di appalti per le pulizie nelle scuole. E il caso non riguarda solo Campania e Sicilia, finite sotto i riflettori per l’assegnazione di lavoro senza fare un’apposita gara Consip. Il decreto sulle “misure urgenti per il sistema scolastico”, approdato alla Camera, è andato oltre l’aggiramento di quel che aveva chiesto l’Anac lo scorso 2 marzo. Il testo del Governo prevede una proroga degli appalti estesa alle regioni,Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Puglia (a cui si sommano le Province di Frosinone e Latina) che finora non erano state interessate dal problema degli affidamenti dei servizi senza un bando Consip. Insomma, alla scadenza del servizio, anche a loro viene concessa possibilità di proroga fino alla fine del 2016.
Schiaffi a Cantone
Una doppia beffa per Raffaele Cantone che aveva evidenziato le criticità di questo sistema. A cominciare dai “possibili effetti distorsivi” per la concorrenza per finire ai dubbi sul “conseguimento di una efficace spending review”. Per questo l’Autorità aveva segnalato “la necessità di un intervento urgente” per ricondurre “la gestione dei servizi nell’alveo delle ordinarie procedure di affidamento previste dal Codice dei contratti pubblici”. E, stando al documento dell’Anac, il suggerimento arrivava dopo “diverse audizioni presso le competenti Commissioni parlamentari” in cui c’era la richiesta di “un divieto dell’affidamento delle commesse pubbliche in deroga”. Una presa di posizione chiara. Ma rimasta inascolatata.
Opposizioni all’attacco
Le opposizioni sono scese sul piede di guerra. “È gravissimo che il Parlamento e il Governo facciano il contrario di quanto prescritto dall’Autorità Anticorruzione in materia di appalti, soprattutto se si pensa che alcune delle imprese beneficiarie da questa ulteriore proroga sono finite nell’inchiesta di Mafia Capitale e sono state condannate dall’Antitrust a pagare una multa da 110 milioni di euro per aver truccato le gare Consip”, ricorda il deputato di Alternativa libera (Al), Massimo Artini. E l’altro parlamentare di Al, Marco Baldassarre, mette in evidenza un altro aspetto: “Se si vogliono salvaguardare i posti di lavoro basta che gli istituti scolastici ricomincino ad assumere i bidelli. Le disponibilità economiche già ci sono nel bilancio del Ministero dell’Università”. E anche il Movimento 5 Stelle si è mosso sulla questione, presentando un’interrogazione. Puntando il dito contro “le esternalizzazioni” che “sono un percorso economicamente insostenibile e spesso in contrasto con il principio di concorrenza”, ha scritto il deputato Luigi Gallo.