di Clemente Pistilli
Organizzando corsi e convegni di medicina, un professore dell’Università di Siena avrebbe trovato il modo per “gonfiare” le richieste di rimborso e far così scivolare nelle sue tasche parte del denaro pubblico destinato alla crescita dell’ateneo. Una convinzione questa maturata dai giudici della Corte dei Conti della Toscana, che hanno condannato il professor Walter Renato Gioffrè, 64 anni, un luminare della medicina e direttore dell’unità di senologia senese, a risarcire oltre cinquantamila euro all’Università. La vicenda è spuntata fuori nell’ambito delle indagini avviate cinque anni fa dalla Guardia di finanza sull’ipotesi di dissesto finanziario, avallata poi dalla magistratura contabile, dell’ateneo senese. Emerse nei conti dell’università un “buco” di oltre 250 milioni di euro, nonostante la stessa ricevesse ogni anno 8-9 milioni di euro dalla Fondazione Monte dei Paschi. Un’inchiesta che ha portato a diversi indagati e a sollevare poi dubbi sulla stessa elezione dell’attuale rettore, andando ad intrecciarsi con alcuni accertamenti relativi alle indagini sul Monte dei Paschi. Scandagliando i conti dell’ateneo, i finanzieri si sono imbattuti nelle richieste di rimborso fatte all’Università dal direttore di senologia del Policlinico Santa Maria delle Scotte, il professor Gioffrè, noto a livello internazionale e con all’attivo centinaia di pubblicazioni su riviste scientifiche italiane ed estere. Per rimborsare il docente delle spese necessarie a organizzare corsi, convegni e master, l’Università aveva accreditato somme ingenti sui conti correnti riferiti allo stesso Gioffrè o a familiari di quest’ultimo. Denaro che, stando a quanto scrivono i giudici contabili nella sentenza di condanna del prof, il docente avrebbe movimentato in “modo assolutamente discrezionale”. Una strana procedura, che le Fiamme gialle hanno subito voluto approfondire e che ha portato gli investigatori a un’agenzia di viaggi, che risultava autrice dei preventivi di spesa presentati all’ateneo dal professore. “Quei documenti non sono miei. Io ho preso denaro contante dal professore e di certo non quelle cifre. Lui non voleva ricevute fiscali”, ha dichiarato il titolare dell’attività commerciale agli inquirenti. Un comportamento quello di Gioffrè definito dalla Corte dei Conti “sicuramente censurabile, anche in relazione al suo livello professionale e culturale”, Per l’illustre “camice bianco” è scattata così sia un’inchiesta penale, per truffa, che contabile. La differenza tra quanto speso realmente per i corsi e quanto pagato dall’Università, è stata stimata dagli inquirenti in oltre cinquantamila euro, somma che sarebbe finita nelle tasche del docente. E proprio quella somma Gioffrè è stato ora condannato dalla Corte dei Conti a risarcire all’Università di Siena, dove i debiti sono ancora numerosi e altrettanti gli aspetti ancora da chiarire su quanto accaduto negli ultimi anni.