Quando si dice l’apparenza inganna. Smascherata a Reggio Calabria una vera a propria rete criminale che coinvolge gli imprenditori, gli avvocati e i commercialisti più in vista della città e i clan più potenti del reggino.
Un’alleanza, che impasta ‘ndrangheta e massoneria, capace di condizionare le sorti dell’economia locale e mantenere il cuore di affari e finanziamenti pubblici. È quanto emerso dall’inchiesta “Fata Morgana” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, condotta dalla Guardia di Finanza. Sette persone sono state raggiunte da un provvedimento di fermo con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Tra gli indagati c’è anche l’avvocato Paolo Romeo, ex parlamentare Psdi, ma noto per i suoi contatti con l’estrema destra e già coinvolto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Ciononostante, secondo gli inquirenti, Romeo sarebbe la mente e l’anima della rete, giocando così un ruolo influente sulla scena politica cittadina. Le indagini hanno rivelato che tra le attività particolarmente controllate dal cartello criminale cera la grande distribuzione alimentare, sfruttando anche la compiacenza di pubblici amministratori, al fine di ottenere, tra l’altro, l’illecita percezione di profitti. Per questo motivo sono state sequestrate 12 società, per un valore approssimativo di 34 milioni di euro. Inoltre, la guardia di finanza ha eseguito decine di perquisizioni a carico di esponenti politici locali e dipendenti pubblici che allo stato risultano indagati in stato di libertà.