Sorpresa CasaPound a Bolzano. In attesa che vadano al voto le grandi città a giugno, Bolzano ha chiamato anzitempo i suoi cittadini alle urne. Luigi Spagnolli, eletto sindaco nel maggio 2015 a capo di una coalizione di centrosinistra (Pd compreso), non aveva trovato una maggioranza in consiglio comunale. E così si è dovuti tornare, per la seconda volta in un anno, al voto. Ma le nuove elezioni rischiano di disegnare uno scenario simile, visto che a vincere è di nuovo la frammentazione. Al ballottaggio per scegliere il primo cittadino della città altoatesina vanno Renzo Caramaschi, candidato del Pd, vincitore delle primarie ed ex city manager dell’amministrazione comunale, e Mario Tagnin, primo esperimento di laboratorio di un listone di centrodestra senza simboli di partito. Ma già le percentuali raccolte al primo turno dai due candidati che si sfideranno il 22 maggio per la poltrona di sindaco dicono molto: Caramaschi, il capofila, non è andato oltre il 22,32 per cento, mentre Tagnin non ha superato il 18,39.
Tutto, dunque, è ancora in forse. Ma la vera notizia è che, tra i dieci partiti che saranno rappresentati in consiglio comunale, ci sarà anche Casapound, di fatto la rivelazione di questa tornata elettorale a Bolzano. Il candidato della lista fascista, Maurizio Puglisi Ghizzi, ha preso il 6,21 per cento, 2646 voti effettivi. Una performance che rimanda subito alla cronaca di questi mesi, con il Brennero diventato terra di frontiera al centro dei flussi migratori dall’Italia verso l’Austria, ma con Vienna che minaccia di chiudere i confini.
Per quanto riguarda le altre liste, al terzo posto è arrivata la Suedtiroler Volks Partei: il candidato Christoph Baur si è fermato al 15,95% dei voti. A seguire il Movimento Cinque Stelle con Caterina Pifano all’11,55% e la sinistra (Rifondazione, Sinistra europea e Verdi) con Norbert Lantschner all’8,02%.