di Andrea Koveos
A più di un anno di distanza dall’approvazione del provvedimento sulle liberalizzazioni e a tre mesi e mezzo dal termine ultimo per l’approvazione dei regolamenti, la relazione del governo è approdata finalmente alle Camere. Altro tempo preziosissimo che le imprese perderanno prima di poter vedere quella semplificazione amministrativa attesa da mezzo secolo. Sì perché in quel piano che Mario Monti ha trionfalisticamente annunciato nel 2012 era prevista la riforma dei regimi autorizzatori per le aziende. In pratica attività economiche del tutto libere senza più nessun vincolo amministrativo preventivo. Dovranno essere abrogate – si legge nella relazione – anche le norme che pongono divieti e restrizioni alle attività economiche non adeguati o non proporzionati alle finalità perseguite, che pongono limiti, programmi e controlli non ragionevoli, non adeguati o non proporzionati rispetto agli scopi dichiarate. Tutto molto bello a leggerlo, un po’ meno quando si verifica che nulla di tutto ciò è stato fatto, finora. E dire che alcune regioni, il Veneto o la Toscana, tanto per fare degli esempi si sono già attivate da tempo per sperimentare forme di deregulation controllata, le cosiddette zone “a burocrazia zero”. La speranza è che lo sforzo fatto da queste regioni non sia stato vano. Ma si sa la burocrazia è dura a morire, in Italia ancora di più. E anche questa vicenda lo dimostra concretamente. La relazione della presidenza del Consiglio sulla “liberalizzazione delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi delle imprese” – pubblicata dall’agenzia Public Policy – dovrà essere esaminata dalle Commissioni speciali. Poi si dovrebbe procedere con l’attuazione di quello che nel documento stesso è definito “il cuore dell’intervento del Governo Monti per la semplificazione delle imprese. L’approvazione da parte delle Camere, però, è subordinata all’adozione di alcuni regolamenti attuativi, volti soprattutto ad abolire e semplificare gli adempimenti amministrativi e le autorizzazioni in molti settori economici. Regolamenti che, secondo quanto stabilito dallo stesso decreto sulle liberalizzazioni e dalla legge di conversione, sarebbero dovuti entrare in vigore entro il 31 dicembre 2012. Intanto il tempo passa e la burocrazia cresce e si riproduce.