Stefano Fassina è stato escluso dalle elezioni comunali di Roma. Le liste collegate al candidato di Sinistra italiana – Sinistra per Roma e la Lista Civica Fassina Sindaco – non sono state accettate dall’apposita commissione elettorale per irregolarità. Il motivo, secondo quanto appreso da La Notizia, sarebbe la mancanza della data sulle firme di ogni candidato da parte del certificatore incaricato. Un’imprecisione pesante dal punto di vista burocratico. Tuttavia la decisione che ha però scatenato subito la reazione dell’ex sottosegretario all’Economia, caduto dalle nuvole visto che da mesi era in campagna elettorale (è stato tra i primi a scendere in campo per il Campidoglio): sarà presentato ricorso con tutte le polemiche annesse. Ma se le prime indiscrezioni fossero confermate, sarebbe difficile pensare alla riammissione.
“Abbiamo appreso con stupore che la commissione elettorale ha respinto le nostre liste dalla competizione per Roma”, ha dichiarato Stefano Fassina. “Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, altererebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella Capitale. Presentiamo subito ricorso e nelle prossime ore decideremo quali ulteriori iniziative intraprendere”, ha aggiunto. Il termine ultimo per la presentazione delle liste era fissato alle ore 12 di sabato 7 maggio.
Le altre esclusioni alle comunali di giugno
Il caso delle esclusioni non hanno interessato solo Roma. Anche a Cosenza la lista lista “Cosenza Popolare”, promossa dal Nuovo Centrodestra (che in Calabria è guidato dai fratelli Gentile), non sarà presente al voto. Con il rischio di avvantaggiare il Partito democratico, che ha puntato su Carletto Guccione dopo il ritiro dell’ex manager Lucio Presta. Per il Ncd il problema è difficilmente superabili: i candidati alla carica di consigliere comunale hanno firmato l’atto di accettazione su moduli non aggiornati, visto che non riportavano le prescrizioni della legge Severino per quanto riguarda i principi di incandidabilità. Gli avvocati stanno lavorando al ricorso, ma tra gli alfaniani prevale il pessimismo.
Infine, a Milano si apre il caso della lista di Fratelli d’Italia, anch’essa esclusa dalle comunali di giugno.