di Andrea Koveos
Le lotterie tradizionali non piacciono più. E non incassano più. Si è convinto anche il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che per il 2013 ha deciso di mantenere una sola lotteria nazionale, quella Italia ad estrazione differita. Colpa della crisi, della disaffezione del pubblico nei confronti di un gioco ormai datato e dei “Gratta e Vinci”. Il prodotto è talmente scaduto che, come ammette l’Agenzia delle Dogane, non sono pervenute richieste di progetti abbinabili.
Nell’ultima edizione del 2012, infatti, sono stati venduti solo 7 milioni di biglietti. In passato, prima dell’avvento delle nuove forme di lotterie istantanee, si è arrivati anche a oltre 37 milioni di biglietti negli anni 80 e 90. Per i Monopoli il trend negativo è stato determinato dall’incremento esponenziale delle offerte di gioco, con prospettiva di vincita immediata.
Non solo: l’apporto degli eventi di spettacolo non è quasi mai significativo in quanto si è perso il senso tradizionale dell’abbinamento e la richiesta degli organizzatori è finalizzata unicamente a ottenere un contributo di tipo economico.
Se dunque il gioco non è d’azzardo, non incassa. Anche le associazioni che si occupano della dipendenza da gioco concordano nel dire che le lotterie nazionali abbinate a trasmissioni televisive, avevano un significato diverso dalla cruda scommessa.
Eppure c’è un’altra ragione, pratica, che ha causato la crisi delle lotterie nazionali. I premi rispetto ad altri giochi sono notevolmente più bassi e per lo Stato stesso sono addirittura fonte di spesa. La vendita dei biglietti dovrebbe coprire le spese di organizzazione, dei premi, delle entrare erariali, la quota di utili per lo Stato e quelle per gli enti organizzatori.
Negli ultimi anni, però, con il crollo degli incassi e contemporaneamente l’incremento dei premi distribuiti, si è fatto ricorso a un fondo di riserva supplementare. Il gioco, quindi non vale più la candela e il governo ne ha preso atto, accorgendosi del carattere non remunerativo del prodotto.
Ecco perché nel corso degli anni l’Amministrazione ha progressivamente proposto, di ridurre il numero annuale di lotterie, di contestualizzare gli eventi abbinati con manifestazioni di grande interesse come il Festival di Sanremo e di accentuare il carattere solidaristico di questo, ormai antico gioco.
La lotteria Italia, chiamata prima lotteria di Capodanno, è stata la più famosa lotteria tradizionali italiane. Nata, praticamente con la televisione, è stata abbinata a trasmissioni popolari. La prima a cui è stata abbinata per quasi vent’anni fino 1974 è stata Canzonissima. Preistoria, dunque e nessuna delle scelte, adottate successivamente, ha sortito l’effetto sperato di rilancio.
Da qui la decisione di mantenere solo la Lotteria Italia senza abbinamento a manifestazioni culturali o filantropiche, ma comunque collegata al circuito televisivo e radiofonico. Circuito da cui non si può prescindere per riproporre la cara lotteria, senz’altro la più “povera” tra la galassia dei giochi dei Monopoli di Stato. Secondo i Monopoli l’impatto mediatico della televisione suscita interesse nei confronti della lotteria inducendo il pubblico all’acquisto. Il problema vero è rappresentato dalla mancanza di interesse, se si esclude il Festival di Sanremo, che il prodotto lotteria nella sua forma tradizionale presenta anche nei confronti dei promotori degli eventi , i quali non presentano più richieste finalizzate a questo tipo di gioco. Dagli ultimi dati disponibili, quelli del 2011, la raccolta è stata complessivamente pari a 79 miliardi e 900 milioni di euro con una spesa di 18 miliardi e 4 miliardi. Quanto incassa lo Stato? Da alcune stime risulterebbero, per l’anno 2012, quasi 80 milioni di euro gli incassi derivanti dai giochi sul web. Seguiti da Gratta e Vinci, Bingo, scommesse ippiche, sportive e i casinò games con quasi 100 milioni di euro
Tra il 2008 e il 2012 le scommesse sportive online avrebbero, dunque, fatto incassare allo Stato decine di milioni di euro, mentre per i guadagni derivanti dal poker online è stato un crescendo continuo. Ma negli ultimi due anni si sono registrati i primi cali.