Il fisco cambia. Diventa meno vessatorio con chi commette errori involontari, oltre che attento al dialogo con il contribuente. E soprattutto più attento alla grande evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate ha annunciato una rivoluzione in una circolare. Tra gli obiettivi fissati ci sono “l’intensificazione e la lotta senza quartiere alle forme di evasione più gravi e alle frodi, fenomeni contro i quali l’Agenzia mette in campo, oltre a tecniche innovative che vanno nella direzione di un sempre più incisivo incrocio delle banche dati, una chiara e intensa azione di contrasto anche nei confronti di chi per mestiere progetta o facilita sistemi evasivi complessi”, si legge nel documento.
Fisco: Orlandi cambia verso
Il direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi, ha dettato la linea per migliorare il rapporto con i contribuenti. Con un “cambia verso” di matrice pienamente renziana. “L’obbligo fiscale non deve essere fatto pesare in termini di adempimenti inutili ripetitivi e defatiganti, di burocrazia, di regole incomprensibili”, ha scritto. Inoltre “il rigore non va confuso con l’arroganza, di cui anzi è l’antitesi” mentre “in sede di accertamento con adesione, le proposte dell’ufficio non devono essere prospettate come un minaccioso ultimatum ma sempre nell’ottica della corretta e civile dialettica tra le parti”. Orlandi ha anche sottolineato un altro aspetto: “Se da una verifica non emergono fatti o elementi concreti da contestare, occorre evitare la ricerca a ogni costo di infrazioni formali da sanzionare solo per evitare di chiudere negativamente la verifica stessa”. Sui rimborsi il messaggio è altrettanto chiaro: se uno sgravio o un rimborso bisogna eseguirlo senza “ritardi o indugi”.
Infine, Orlandi ha difeso l’operato della sua Agenzia in una lettera ai dipendenti. Siamo “oggetto di una campagna denigratoria portata avanti da alcuni media, e in particolare da una trasmissione televisiva satirica. I reportage in molti casi vanno ben al di là del legittimo diritto di critica, per sconfinare nelle minacce personali e nel vilipendio dell’Istituzione”, si legge nella missiva che si riferisce ai servizi di Striscia la Notizia. Da qui l’annuncio della querela al programma di Canale 5: “Ho deciso di ricorrere alle vie legali e i giudici valuteranno. Rimane l’amarezza nel constatare che per commentare episodi di presunta inefficienza di una pubblica amministrazione non si contatti l’ente coinvolto ma piuttosto sedicenti funzionari incappucciati o ex dipendenti dell’Amministrazione magari licenziati per irregolarità”.