Matteo Renzi ritorna con una nuova “puntata” del #matteorisponde. E lo fa questa volta in compagnia di Vincenzo De Luca, pochi giorni dopo la notizia di indagine per il presidente Pd in Campania Stefano Graziano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ed è partito il premier proprio dalla lotta alla corruzione: “Vogliamo stare non solo convintamente in prima fila – ha detto Renzi – ma siamo certi del fatto che le nuove regole che stiamo cercando di applicare in Italia e in Campania possono essere prese a riferimento del mondo intero”.
“Questo non significa- ha aggiunto Renzi- negare che possano esserci fenomeni di corruzione o addirittura di connivenza con la crimininalità organizzata. E queste vanno stroncate senza pietà, bisogna entrare alle gambe decisi. Ma a condizione che siano le sentenze dei tribunali” a farlo, “perchè questo prevede il principio di legalità e non il giustizialismo. Noi su questo siamo in prima linea”. Insomma, ha concluso Renzi, “ogni volta che emerge una storia di corruzione io mi indigno, mi arrabbio. Ma tutti dobbiamo riconoscere che ci sono distinzioni tra intere categorie e singoli o gruppi organizzati che commettono errori”.
PAROLA A DE LUCA – A intervenire, però, è stato anche il Governatore della Campania. Secondo Vincenzo De Luca, Matteo Renzi “è stato fin troppo duro” quando lo ha “sospeso dalle funzioni” per effetto della Severino, definita “una legge per alcuni versi sacrosanta, per altri sconcertante”: “Non ho condiviso ma ho capito che non si poteva fare diversamente, perchè avremmo aperto polemiche strumentali su atteggiamenti ad personam”. Ma De Luca va oltre, sempre sulla scia della lotta al giustizialismo. Il Governatore, infatti, ha invitato a combattere “l’illusione di moralizzazione della Pubblica amministrazione con l’abuso d’ufficio”. Se un funzionario pubblico viene condannato in primo grado, ha spiegato De Luca, “è rovinato: subisce il dimezzamento dello stipendio, il demansionamento e lo spostamento ad altre funzioni”, mentre “un parlamentare vive tranquillo” con una medesima condanna, osserva De Luca. Di qui l’invito a “un diritto uguale per tutti i cittadini” che oggi manca e a portare “rispetto verso i dirigenti pubblici e gli amministratori che si prendono responsabilità per creare lavoro, altrimenti l’Italia rimarrà paralizzata”.
DALLE UNIONI CIVILI AL MISE – Ma durante il #matteorisponde sono stati tanti i temi affrontati. Dalle unioni civili (“Il 9 maggio inizia il voto sulla legge sulle unioni civili. Mettiamo la fiducia? Se mettiamo la fiducia, cosa non sicura ma possibile, forse probabile, tra l’11 e il 12 maggio sarà il giorno in cui verrà approvata definitivamente la legge”), fino al nuovo ministro allo Sviluppo Economico (“Ne parleremo la settimana prossima”).