Venti secondi da brividi. Come Mennea. Venti secondi da Totti. Un’impresa memorabile che ha il sapore della ciliegina sulla torta. Perché era difficile immaginare che il Capitano potesse fare ancora qualcosa per la storia. La sua storia. E quella della Roma. E invece il Pupone (un soprannome che lui odia) ne ha fatta un’altra delle sue. Probabilmente la più grande. Perché segnare appena 20 secondi dopo essere entrato in campo e al primo pallone toccato è un’impresa. Segnare due gol in 4 minuti, ribaltando l’esito di una gara già persa, non ha prezzo. Due palloni toccati, due gol. Da guinness dei primati. Tutto il mondo lo celebra. Leggenda. Eterno. Il migliore. Segnare a 40 anni è qualcosa di grande, ma entrare in campo e mettere a segno una doppietta in soli 4 minuti è qualcosa di magico. Come ha detto il suo compagno di squadra Pjanic. Tutti ora salgono sul carro del Capitano, anche quelli che gli hanno detto di smettere, definendolo finito. Ma la pagina di storia l’hanno scritta anche quei tifosi romanisti che si sono commossi al primo e al secondo gol di Totti. Vederlo prigioniero di una società e di un tecnico che non hanno mai risparmiato coltellate al mito, mancandogli di quel rispetto che il popolo giallorosso e il campione chiedevano. Nessuno pretende che Totti debba giocare titolare tutte le partite, ma – per rispetto verso quello che ha dato alla maglia – è giusto concedergli un altro anno di contratto. Per accompagnarlo alla fine della carriera. L’equivoco è tutto qui. Spalletti pensa alla squadra, come è giusto che sia. Anche se dovrebbe risparmiarsi qualche caduta di stile nei confronti del Capitano. Se non altro per non mancargli di rispetto. Frecce avvelenate che inevitabilmente fanno pensare a vecchi rancori. Pallotta pensa ai contratti in scadenza che non vuole rinnovare. Ma con tutto il rispetto, Totti non è né Maicon né Keita né De Sanctis.
CAMBIA IL VENTO – “Sono orgoglioso di Totti”, ha finalmente detto Pallotta dopo la doppietta al Torino. Due gol che potrebbero significare la conquista di un posto in Champions. Quindi possibilità di guadagni. L’anno di contratto extra il Capitano se lo ripaga con il merchandising e con gli abbonamenti. Perché se c’è Totti il pubblico torna allo stadio. Si emoziona. No Totti, no party. E poi l’accordo tra le parti si troverebbe a cifre da minimo sindacale. Al Capitano non interessano certo i soldi. Il Campione è una ricetrasmittente di emozioni. Ha urlato Ilary ti amo dopo il gol. “Ogni donna meriterebbe di essere amata almeno un decimo di quanto i romanisti amino Totti’’ è stato scritto su un tweet. Come dargli torto.