Una torta di entrate fiscali di 6 miliardi di euro. Generata dal Made in Italy. Ma che ogni anno viene divorata dai mercati illegali della contraffazione. Venendo meno alle casse statali e gravando indirettamente sulle spalle dei contribuenti. Così il Partito democratico ha messo nero su bianco una proposta alla Camera per avviare un’operazione di contrasto.
Salasso per chi acquista
I deputati si concentrano su due aspetti, che finiscono per intrecciarsi: la maggiore collaborazione con i Comuni e la necessità di colpire con durezza anche chi acquista la merce contraffatta. In che modo? Dando agli enti locali il 100% degli introiti, a differenza di adesso in cui è prevista una spartizione al 50% con lo Stato. Semplificando di conseguenza la modalità di riscossione del contributo. Una sorta di stimolo al rispetto della legge. Perché non è solo “un problema di ordine pubblico e di sicurezza, bensì anche culturale, educativo ed economico”, si legge nel testo depositato alla Camera. Insomma, il consumatore che alimenta il mercato della contraffazione rischia una multa da 500 a 10mila euro. Proprio come ora. Ma con un fattore aggiuntivo: i sindaci, attraverso la polizia locale, sarebbero incentivati a mettere in moto le sanzioni. Almeno così, prima di comprare un farlocco di una griffe, l’acquirente ci pensa su due volte.
I dati dello scippo al Made in Italy
La proposta del Pd prevede l’istituzione di una figura di coordinamento a Palazzo Chigi, in grado di seguire da vicino tutti gli aspetti sulla lotta. “Certo, non pensiamo che basti l’approvazione di una legge per recuperare tutti i soldi”, spiega Susanna Cenni, deputata del Pd e prima firmataria del testo. “Ma, con le necessità di avere maggiore introiti per l’erario, il Made in Italy può essere una buona risorsa”, aggiunge la parlamentare dem. E i numeri sono certamente imponenti. La contraffazione ha un fatturato di 6 miliardi con la sottrazione di oltre centomila posti di lavoro. E uno “scippo” al bilancio pubblico di 6 miliardi di euro sommando le imposte dirette e quelle indirette. Il testo, illustrato a Montecitorio, dovrà iniziare il proprio iter parlamentare. Ma la presenza alla conferenza stampa di presentazione del capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato, è l’indicatore che il Pd tiene in considerazione il tema. E potrebbe spingere per una calendarizzazione veloce.