Una vergogna. Non usa mezzi termini il presidente dell’Ordine dei giornalisti (Odg), Enzo Iacopino, per giudicare il video “bufala” pubblicato da L’Unità in cui il giornale alludeva all’ipotesi che Virginia Raggi, candidata sindaco del Movimento 5 Stelle a Roma, avesse preso parte al famoso spot pro Berlusconi Meno male che Silvio c’è. Un’illazione che il direttore del quotidiano Erasmo D’Angelis ha anche difeso, sostenendo che la comunicazione è cambiata. Ma il deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, ha subito replicato su Twitter: “Al Presidente Ordine Giornalisti silenzio su caso Riina/Vespa finito su stampa mondiale, ma attacco a Unità in piena campagna elettorale a Roma”.
La critica su Facebook a L’Unità
Il numero uno dell’Odg non ha taciuto il suo malumore. “Ho esitato, è evidente. Ma alla fine, pur consapevole che qualcuno si risentirà (uso un eufemismo), non sono riuscito a farmi una violenza capace di indurmi a tacere. Non riesco a pensare e agire in base alle convenienze. Quanto fatto dall’Unità nei confronti di Virginia Raggi, candidata sindaco a Roma per il M5S, non è informazione, ma una vergogna. Sia chiaro, gli incidenti, nel nostro mestiere accadono (un po’ troppo spesso, in verità)”, ha scritto su Facebook Iacopino. Che, non contento, rilancia l’offensiva contro il direttore del giornale. “Si dimostra di avere la schiena dritta anche scusandosi (in questo caso con la signora Raggi e con i lettori) e non arrampicandosi sulle specchi contribuendo a pregiudicare la nostra già precaria credibilità. L’idea del direttore dell’Unità che tutto è consentito, senza neanche avvertire il bisogno di chiedere scusa per un errore, perché ‘la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità’ può perfino essere vera, ma resta una barbarie, aggravata dalla considerazione che ‘il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto'”.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti incalza ancora: “Il web, semmai, ha cambiato la comunicazione o, se proprio si vuole estremizzare, l’informazione. Il giornalismo è (o dovrebbe essere) ben altra cosa: noi, i giornalisti, dovremmo tutti, proprio tutti, essere i garanti dei lettori, dovremmo essere la certificazione docg delle notizie. Altro che social e stridore di unghie sugli specchi. Beh, non lo fanno loro: chiedo io scusa alla signora Raggi. P.S.: so che qualcuno si scatenerà e proverà a “farmela pagare”. Si metta in coda, con pazienza: la fila è molto lunga”. Insomma, Iacopino non sembra proprio convinto della comunicazione 2.0.