Ancora guai per Andrea Niglia. Ancora una maxi-inchiesta che lega ‘ndrangheta e potere politico nel vibonese. Ventitrè fermi, oltre settanta milioni di beni sequestrati e iscrizione sul registro degli indagati anche per gli ex amministratori del comune di Briatico. Sono questi i numeri dell’operazione portata a segno dai pm Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni della Dda di Catanzaro.
Per gli inquirenti il clan Mancuso, insieme alle consorterie collegare Accorinti, La Rosa ed Il Grande, aveva monopolizzato il settore turistico di Parghelia e Briatico (provincia di Vibo Valentia), acquisendo hotel e villaggi vacanze, compagnie di navigazione e imbarcazioni, anche grazie alla compiacenza di politici e amministratori.
Per i pm della Distrettuale catanzarese sono tutti a vario titolo responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e sostanze esplodenti.
Un’infezione non da poco, che amministrazioni come quella di Briatico, nel 2012 sciolta per mafia, non hanno fatto nulla per contrastare, ma che ha fortemente condizionato la vita economica e sociale del noto centro della costa vibonese. A farne le spese è stato anche un giornalista, finito nel mirino dei clan per aver denunciato i legami fra l’amministrazione di Briatico e i clan. Tra i beni sequestrati, come detto per oltre 70 milioni, compaiono oltre 100 immobili, quote societarie e rapporti bancari ed anche 2 villaggi vacanze e tre compagnie di navigazione con altrettante motonavi che assicuravano, in regime di sostanziale monopolio, i collegamenti turistici con le isole Eolie.
INDAGATO IL PRESIDENTE ANDREA NIGLIA – La notizia, però, è chead essere indagato è anche il Presidente della Provincia (e sindaco di Briatico), Andrea Niglia. L’accusa ipotizzata è concorso esterno in associazione mafiosa. Peraltro lo stesso Niglia è stato solo poco tempo fa dichiarato incandidabile dalla Corte di Cassazione, indagato in stato di libertà nell’inchiesta “Costa pulita”. Secondo l’accusa, in qualità di sindaco di Briatico, si sarebbe attivato per favorire la cosca Accorinti. In particolare, per la Procura, l’ex primo cittadino avrebbe posto in essere “condotte riservate e fraudolente tese a salvaguardare l’attività del villaggio Green Garden costituente una delle principali fonti di guadagno della cosca”. Niglia era stato eletto presidente della Provincia di Vibo nel settembre 2014 con l’appoggio dei renziani del Pd, esponenti di Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il 20 marzo scorso la Cassazione ha stabilito l’incandidabilità e quindi la decadenza. Un atto contro cui immediatamente Niglia ha presentato ricorso.