D’accordo che il premio si chiama David di Donatello, ma possibile che anche i canoni degli oscar del cinema italiano debbano essere statuari, ancora ingessati e soprattutto ancorati alle vecchie regole? D’accordo che il numero uno resta l’intramontabile Gian Luigi Rondi ma non si può provare a respirare qualche boccata d’aria nuova? Se queste domande le rivolgete a Checco Zalone lo vedrete saltare dalla sedia. Con il suo Quo Vado? l’attore pugliese quest’anno ha fatto di tutto per non figurare nella categoria dei film comici, come sempre in passato.
La sua pellicola – campione d’incassi – è ricordata perché ha acceso dibattiti sul posto fisso, sulla fuga all’estero degli italiani. Non certo per le battute comiche dell’attore, come è accaduto per Sole a catinelle e titoli precedenti. Eppure niente da fare: il film è stato catalogato come comico e non ha potuto partecipare alla disputa per il successo del David come avrebbe meritato, se non altro per i 65 milioni incassati. A nulla è servito il fatto che l’attore, d’accordo con il produttore Valsecchi, non abbia voluto lasciare un’impronta con i trailers del film. Proprio per non lanciare solo il messaggio comico al pubblico. Alla fine Zalone non ha avuto nemmeno il contentino di vincere in una delle tre nomination che aveva a disposizione. Anzi si è beccato tra capo e collo un’altra mazzata. Quella del voto del David dei giovani. Quo vado? è un film che sicuramente può piacere di più alle fasce più verdi dei giurati, rappresentate dagli studenti delle scuole superiori, i quali – sorpresa delle sorprese – hanno fatto vincere Tornatore con La Corrispondenza, un film che tutto sembra meno una trama adatta al target adolescenziale. Ma quanti anni hanno questi giovani?
DEMOCRISTIANI – Ma la cerimonia del David, Zalone a parte, è stata la solita messa cantata, con la consueta spartizione ecumenica dei pani e dei pesci. Il solito canovaccio rondiano, in perfetto stile democristiano, che ha distribuito premi a destra e a manca. Perfetti sconosciuti ha avuto il riconoscimento del miglior film, mentre Lo chiamavano Jeeg Robot e il Racconto dei Racconti hanno fatto man bassa di statuette. Tirando le somme questa edizione del David ha relegato a un ruolo di secondo piano la commedia all’italiana, anche se Perfetti sconosciuti appartiene al genere, seppure l’autentica forza del film sia stato il contenuto della storia non le scene. In primo piano abbiamo visto premiare trame fantasy e supereroi. A discapito del cinema d’autore realistico. Sarebbe andato in bianco pure Nanni Moretti.
Tw: @Marcocastoro1