Una lettera che farà discutere molto. Quella di un assassino, Pietro Maso, tornato in libertà dopo aver ucciso i genitori nel 1991, indirizzata a Manuel Foffo, accusato insieme a Marco Prato di aver ucciso Luca Varani. Con tanto di comprensione: “Capisco perché volevi uccidere tuo padre”. E l’avvertimento che “il peggio deve ancora arrivare”.
“Non posso biasimarti per quello che hai fatto”, si legge nella missiva diretta a Foffo e pubblicata in esclusiva da Il Giornale. “Sono tra i pochi a comprendere i terribili momenti che stai vivendo”, aggiunge Maso. Che però non si sente migliore. Anzi. “Perché ho pensato di scriverti? Per egoismo. Aiutarti mi fa sentire finalmente migliore e mi aiuta a sconfiggere i fantasmi che alimentano i miei sensi di colpa. Io sono stato peggiore di te, ma posso capire perché volevi ammazzare tuo padre”, prosegue la lettera.
Pietro Maso avverte Manuel Foffo su quanto gli toccherà in carcere: “L’isolamento, la disperazione, gli sputi in faccia degli altri detenuti e la durezza delle guardie. La voglia di suicidarti e l’illusione di svegliarti da un brutto sogno e tornare alla vita di sempre”. Ma “il peggio è che pure a fine corsa rimarrai la bestia feroce da escludere. Non ti illudere che sarai accettato o accolto. Fra un quarto di secolo troverai qualcuno che ti riconoscerà per scacciarti. Se può aiutarti scrivi e ti risponderò”.