Quante volte ci siamo sentite inadeguate ad acquistare un capo perché la testimonial era troppo perfetta con quel costume da bagno o con la biancheria intima che avremmo tanto desiderato?
Quante volte abbiamo dovuto rinunciare, in gravidanza o nell’immediato post, a sentirci seducenti in lingerie?
Tanti propositi da parte di stilisti per non discriminare le curve, ma nei fatti le taglie si sono ristrette ancor di più. Per non parlare delle nuove tendenze (somigliare ad un foglio A4 per esempio) che impongono addominali e ritocchi fotografici che hanno polverizzato l’unicità della bellezza.
Ci vuole un bel po’ di coraggio non solo nell’entrare nel negozio e indossare ugualmente il capo.
Non solo nel mostrarsi senza trucco con i selfie, come diverse star americane hanno provato a fare su Instagram. Ovvero, non solo il consumatore deve mostrarsi ardito e sincero, ma il produttore, nel promuovere canoni differenti, senza miopia: davvero così come si è.
E a insegnare come si possa fare, è arrivata lei, uno tsunami contenuto in una pentola a pressione.
Valentina Tomirotti ha poco più di trentanni ed è una donna non ordinaria. E non perché sia affetta da displasia diastrofica, ma perché ha deciso che, non potendo camminare, da qualche altra parte doveva far spuntare un paio di ali.
E così la sua mente, le sue numerose attività e i suoi sogni (è giornalista, creatrice di gioielli, lavora al Comune di Porto Mantovano) l’hanno ugualmente portata lontano.
Un giorno ha deciso che mancava qualcosa: la narrazione di una verità che avrebbe alleggerito altre persone che vivono situazioni simili alla sua. Anche le donne, diversamente bellissime, hanno un rapporto intenso con il proprio corpo e non rinunciano alla sensualità. E lei l’ha voluto declinare in un servizio fotografico in cui Valentina mostra la sua femminilità.
“Chi mi sta accanto mi vive quotidianamente e le mie sorprese e progetti fanno parte della normalità. Con l’altro sesso non ho mai avuto grandi problemi, sono sempre riuscita, subito dopo la mia immagine, a rendere didascalica la mia persona: gli uomini con me perdono la testa perché appena apro bocca cadono nella rete.”
L’obiettivo è stato quello di grattare via i pregiudizi più robusti che ha imparato a far scivolare sul suo corpo, in tutti questi anni, ma che sente e percepisce ugualmente attorno a se. Come se fossimo pronti a tutto, ormai, tranne che a osservare, oltre l’apparenza.
Così si è fatta fotografare da Micaela Zuliani per un progetto Portrait de Femme. Senza nascondere con ritocchi o con pose strategiche, le sue cicatrici.
“Lanciarsi in questo progetto è stato come saltare nel vuoto senza conoscere l’altezza del volo. Mi sono sentita una kamikaze e volevo fare vittime nel buon senso. Temevo poco dalla pubblicazione, sapevo cosa mi aspettava, ma forse auspicavo maggiormente in quella solidarietà femminile che spesso è mancata.”
Valentina Tomirotti ha indossato la lingerie dei suoi sogni, generosamente offerta dalla nota casa di moda Yamamay e da Christies. Non è da tutti rispondere, figuriamoci aderire all’iniziativa.
Così, per promuovere una nuova forma di femminilità, le ditte le hanno mandato meravigliosi completini, ma solo Yamamay ha scelto di non voler condividere pubblicamente sui propri canali social, con la seguente motivazione: “In merito alla nostre pagine social purtroppo per nostra politica aziendale non possiamo procedere, sono temi molto delicati e su cui, pubblicando foto o simili, potrebbe sembrare una sorta di “speculazione” e non vogliamo assolutamente dare questa impressione. Siamo felice di “dare una mano” quando possibile anche a progetti di cui non siamo diretti promotori, anche se questo vuol dire tenersi un po’ in disparte ma sapere comunque di aver fatto qualcosa di buono. Grazie ancora e in bocca al lupo per la continuazione del progetto! “
Valentina ha capito. Ha passato una vita ad essere indulgente. Almeno fino a ieri.
Fino a quando nella pagina social di Yamamay non ha visto un’altra modella indossare biancheria intima con il seguente post.” Una donna coraggiosa e al di fuori degli schemi!”.
Allora Valentina si chiede, e l’ha fatto anche nella loro pagina Facebook: “esiste una discriminazione, una classifica anche fra le disabilità?”
Aspettando una risposta, Valentina Tomirotti va avanti, con coraggio. “Toglietevi dalla testa Valentina come fine ultimo di questo progetto, io sono solo il mezzo, quella da sfondamento, che in una partita di rugby porta la palla al di là della linea e fa punto, per la squadra, tutta”.