Ha regnato sul Corriere della Sera per oltre trent’anni senza mai esporsi. Ma adesso che Giovanni Bazoli sta per lasciare la presidenza di Intesa Sanpaolo si appresta a traslocare in Rcs ufficialmente. Perchè è lui la carta coperta del piano di Urbano Cairo per conquistare la disastrata Rizzoli. E nella Milano dei salotti finanziari sono in molti ad assicurare che il professore bresciano, all’alba degli 83 anni, sarà il prossimo presidente di Via Solferino. Certo, non è da tutti i giorni veder battagliare così due grandi banche come Intesa e Mediobanca. Ma anche se la guerra è appena cominciata, visto che è passata solo una settimana dall’Offerta pubblica di scambio presentata da Cairo, mandato avanti dall’istituto guidato da Carlo Messina, a Piazza Affari tutti scommettono sulla sconfitta di Piazzetta Cuccia.
Dopo l’Ops di venerdì, Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca (azionista con il 9,9%) ha provato a compattare gli altri soci storicamente disposti a farsi guidare dagli eredi di Enrico Cuccia. Ha anche provato a cercare un Cavaliere bianco, un gruppo industriale pronto a prendere il posto della Fca degli Agnelli-Elkann, ma dicono che sia andato a bussare alle stesse porte che a suo tempo non si sono aperte a Bazoli. E allora adesso non resta che la difesa passiva, nella speranza di costringere Cairo ad alzare il prezzo.
TRINCEA – E’ la linea di Unipol Fonsai (4,6%), guidata da Carlo Cimbri, che ha subito detto no all’Ops, ma che non ha nessuna voglia di mettersi l’elmetto. Anche perchè quella di Cairo è l’unica alternativa industrialmente concreta a un lento decadimento di Rcs. Anche Marco Tronchetti Provera, con il suo 4,3% detenuto attraverso una catena societaria che alla fine riduce molto il valore della somma effettivamente puntata su Rcs, appare quasi disinteressato alla battaglia in corso. Insomma, anche Mister Pirelli, impegnato nella complicata fusione-cessione a Chem China, potrebbe cedere. Più difficile capire che cosa farà chi ha perso davvero una montagna di soldi come Diego Della Valle, che controlla il 7,3%. L’inventore delle Tod’s storicamente non ha buoni rapporti con Bazoli, ma è uno dei grandi clienti di Intesa. Con Cairo, poi, il legame è abbastanza stretto e del resto fu proprio lui a convincerlo a entrare in Rcs. Insomma, a Piazza Affari e dintorni sono tutti convinti che alla fine l’Ops di Cairo andrà in porto più che altro perchè non ci sono vere alternative all’editore alessandrino. Rcs ha quasi mezzo miliardo di debito bancario, per il 90% proprio con Intesa. Difficile, per gli altri soci, resistere a un’operazione messa in piedi dal primo creditore. Anche perchè Cairo può dare una scossa violenta a Rcs, esattamente come fece Francesco Gaetano Caltagirone vent’anni fa con Il Messaggero. E a Milano gira anche il nome del direttore del Corriere in caso di vittoria del duo Cairo-Bazoli: l’attuale timoniere Luciano Fontana. Per altri due o tre anni.