Ora le urne fanno paura. Perché i sondaggi raccontano di un Governo sempre meno amato. E un Partito democratico in forte affanno. Così il referendum sulle trivelle prima, e le elezioni comunali poi sono appuntamenti che possono assestare un duro colpo alla tenuta di Matteo Renzi. Palazzo Chigi fa professione di ottimismo, ma in privato c’è chi espone tutte le preoccupazioni legate a un’eventuale sconfitta. Specie nelle città date per sicure, di cui si parla meno: Bologna e Torino. In entrambi i casi la parola ballottaggio fa tremare le vene ai polsi. A Napoli, invece, sembra una chimera, e a Roma è l’obiettivo per evitare la figuraccia. In questo clima incide anche l’inchiesta della Procura di Potenza che ha già provocato le dimissioni di Federica Guidi dallo Sviluppo economico. E, nonostante nessun ministro risulti indagato, l’Esecutivo sembra aver il fiato corto. Mentre all’orizzonte si staglia la consultazione sulle trivelle, che difficilmente raggiungerà il quorum del 50%+1. Ma che sopra una certa soglia di partecipazione potrebbe indicare gli umori del Paese. “Se andassero a votare sopra il 40% non sarebbe male”, ammettono alcuni sostenitori del “Sì”.
Roccaforti in bilico
L’allarme rosso è scattato a Torino. Il sindaco del Pd, Piero Fassino, è saldamento in testa ai sondaggi. Ma il suo consenso si ferma al 45%: una soglia che lo porterebbe dritto al secondo turno, quasi sicuramente contro la candidata del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino (al 25%). Ed è noto che i ballottaggi tendono a essere favorevoli ai pentastellati, come testimoniano i casi di Parma e Livorno, indipendentemente da come sia finito il primo turno. Uno scenario simile potrebbe proporsi a Bologna: il primo cittadino uscente, il dem Virginio Merola, vola sopra il 45%. Alle sue spalle la leghista Lucia Borgonzoni punta a raggiungere il ballottaggio, contendendo il posto al 5 Stelle, Massimo Bugani. Solo il pensiero di un ko sotto le Due Torri fa venire il capogiro ai collaboratori di Renzi. “Le comunali di giugno dimostreranno anche che l’Italicum è un regalo a Beppe Grillo”, dice sornione un parlamentare della minoranza dem.
Arrivano le cattive notizie
E pensare che da Torino e Bologna arrivano le notizie migliori per Renzi. Già, perché a Napoli la candidata del Pd, Valeria Valente, rischia l’onta di arrivare quarta, dietro al favorito Luigi de Magistris, Gianni Lettieri (centrodestra) e Matteo Brambilla (M5S). I rilevamenti la danno ad almeno 5 punti di distacco da Lettieri e poco davanti al pentastellato. La protesta con cui è stato accolto Renzi non rappresenta un buon viatico per recuperare. Intanto a Roma il renziano Roberto Giachetti nei sondaggi rincorre la “grillina” Virginia Raggi, sperando che la frantumazione del centrodestra gli garantisca almeno la seconda posizione. Con la possibilità di giocarsi tutto in un ballottaggio che vedrebbe i dem sfavoriti. Infine, c’è Milano: Giuseppe Sala, vincitore delle primarie del Pd, è sempre indicato davanti a Stefano Parisi, scelto dal centrodestra unito. Ma il termometro dei rilevamenti parla di un recupero, che diventa preoccupante visti i problemi del Governo. Alle prese, oltre che con le spine giudiziarie, anche con dati economici meno confortanti rispetto alle speranze.