Non c’è che dire. Sono condanne pesanti per Finmeccanica quelle inflitte in Appello a Milano nell’ambito del processo con al centro presunte tangenti per un appalto da 560 milioni di euro per la vendita al governo di Delhi di 12 elicotteri. L’ex presidente e ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’ex ad di AgustaWestland Bruno Spagnolini sono stati infatti condannati rispettivamente a 4 anni e mezzo e a 4 anni. Le accuse sono corruzione internazionale e false fatturazioni. Il pg aveva chiesto di condannare i due a 6 e 5 anni di carcere.
La Corte d’Appello di Milano ha quindi in parte riformato la sentenza di primo grado nei confronti di Orsi e Spagnolini che erano stati condannati entrambi a due anni di reclusione (pena sospesa) per l’accusa di false fatture, mentre erano stati assolti dall’accusa di corruzione internazionale. Per i due, inoltre, è stata disposta una confisca complessiva di 7,5 milioni di euro. A Orsi è stata revocata anche la condizionale.
L’ACCUSA – Secondo l’accusa una parte delle presunte tangenti sarebbero state originate da contratti di consulenza al gruppo dell’italo-americano residente in Svizzera, Guido Ralph Haschke, uscito dalla vicenda con un patteggiamento a un anno e 10 mesi per corruzione internazionale. Il gruppo comprende anche lo svizzero Carlo Gerosa e i tre fratelli Tiagy, imprenditori indiani. Haschke, grazie al collegamento con Sashi Tiagy, cugino dei suoi soci, all’epoca capo di stato maggiore dell’aeronautica indiana e presunto destinatario delle mazzette, avrebbe garantito il buon esito della gara d’appalto, facendo abbassare la quota operativa di volo richiesta agli elicotteri. Un’altra parte della presunta tangente, sempre secondo l’accusa, sarebbe arrivata da un’operazione con la quale un consulente di AgustaWestland Ltd riacquistò dall’India dei vecchi e malridotti elicotteri Wg30 (vecchia fornitura della Westland) al prezzo di 7 milioni di euro per toglierli dal mercato e li rivendette ad AgustaWestland per oltre 18 milioni.