di Antonio Acerbis
Il turismo accessibile ai disabili è una risorsa per il territorio. Tanto per citare qualche dato: il turismo accessibile vale il 3% del PIL dell’Unione Europea. Nel 2012 ha prodotto un fatturato di 786 miliardi e 9 milioni di posti di lavoro, ma solo il 9% dei luoghi e dei servizi turistici in Europa sono accessibili per tutti. Eppure solo in Europa ci sono più di 50 milioni di persone con disabilità pronte a partire per un viaggio, insieme ai loro accompagnatori: si è stimato che nel 2020 vorranno fare 862 milioni di viaggi.
C’è dunque una domanda enorme. Una domanda che è prima di tutto un diritto delle persone con disabilità a vivere una vita bella come tutti. Ma è anche un’opportunità per tutti i cittadini d’Italia ad avere città migliori, più accessibili, inclusive, accoglienti. Parliamo, dunque, di un motore inespresso del turismo, di un problema culturale che deve essere abbattuto. Oggi si deve parlare di riconversione delle aree urbane in ottica di accessibilità.
Questi sono i principali temi emersi al convegno sul turismo accessibile che si è svolto in questi giorni a Lucignano (Arezzo) in cui si sono riuniti i più autorevoli esperti di turismo accessibile, provenienti da 9 paesi del mondo e dove è stata presentata la conclusione del progetto “Europe Without Barriers“, coordinato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e co-finanziato dalla Commissione Europea per la progettazione, realizzazione, promozione e marketing di itinerari turistici accessibili.
E dal Convegno emerge anche una fotografia di barriere già abbattute: sono stati realizzati 360 progetti di accessibilità universale. Sono le case history di Matera che sta riconvertendo la città all’accessibilità in vista del 2019 quando diventerà città europea per la cultura. Lo è stato per Milano con un percorso iniziato prima ancora di Expò da quando si è costituita la nuova giunta nel 2011. Ma anche Liguria, Lucca e San Marino città in cui si sta intervenendo per rendere accessibili i trasporti pubblici e privati, gli hotel, i Musei e i luoghi della cultura, i ristoranti, i negozi, le passeggiate sul mare e i marciapiedi in città.
IL BLOG TOUR – Ma non basta. Perché il progetto “Europe Without Barriers” è innanzitutto un blog tour: durante la tre giorni di convegni, infatti, un gruppo scelto di travel blogger italiani e stranieri hanno visitato Siena e Pienza all’apparenza considerate poco accessibili, ma in realtà visitabili anche da persone con disabilità. Le tappe principali di questo tour sono state Piazza del Campo, il Duomo a Siena, Palazzo Piccolomini e il centro storico di Pienza, patrimonio mondiale dell’Unesco. Ognuno di questi luoghi si è rivelato accessibile grazie al sapiente aggiramento delle barriere architettoniche e alla tecnologia fornita dagli enti comunali e provinciali che permette di aggirare gli ostacoli quando si presentano. Come nel caso per esempio del complesso museale di Santa Maria della Scala a Siena che garantisce la visita al piano inferiore del museo grazie a un moderno montascale a ruote. A testimoniare l’accessibilità di Siena e Pienza sono stati i protagonisti di questo blog tour: la londinese Flora Baker, vincitrice del Travel Writing Competition 2015 del National Geographic, Fabrizio Marta, creatore del blog “Rotellando” (http://www.rotellando.it) sulla piattaforma Vanity Fair, Marianna Norillo di “Ti racconto un viaggio” (www.tiraccontounviaggio.it). E infine “Italy for all” (www.italyforall.com), un portale informativo che propone itinerari accessibili lungo tutta la penisola.
Marco Pizzio, responsabile del turismo accessibile di Aism e organizzatore della conferenza internazionale tenutasi a Lucignano (AR) il 21 e 22 marzo, ha accompagnato i Travel Blogger alla scoperta dei luoghi più accessibili: “Siena e Pienza potrebbero sembrare città poco accessibili, perché hanno le problematiche tipiche di un patrimonio Unesco, come la presenza di barriere architettoniche dovute ai meravigliosi centri storici che le contraddistinguono. Oggettivamente non possiamo abbattere tutte le barriere architettoniche, perché rovineremmo grandi opere artistiche, ma possiamo far qualcosa di meglio: possiamo superare queste barriere con le informazioni e la tecnologia in modo da rendere fruibile questi due gioielli della Toscana, ma possiamo soprattutto applicare questo approccio ovunque in Italia e in Europa”. Ora tocca all’Europa e all’Italia rimboccarsi le maniche per garantire turismo e cultura a tutti.