di Sergio Patti
La Banca centrale europea si è accorta che l’iniezione di liquidità immessa sul mercato è rimasta intrappolta nelle banche e non è mai arrivata alle famiglie e alle imprese. E finalmente lo riconosce apertamente, con il suo stesso presidente Mario Draghi che ieri per la prima volta ha puntato l’indice sulle banche. “Se gli istituti di credito in diversi paesi non prestano a tassi ragionevoli, le conseguenze per l’Eurozona sono gravi”, ha detto il numero uno di Francoforte parlando a un convegno dell’Università di Amsterdam.
Proprio nel giorno in cui le banche italiane tanto avare con artigiani e piccoli imprenditori hanno messo mano al portafoglio allungando le linee di credito per quasi 600 milioni alla Rcs dei “poteri forti”, Draghi ha bollato come “sconcertante” che le piccole e medie imprese debbano soffrire molto più delle grandi aziende, nonostante poi garantiscano i tre quarti dell’occupazione.
Avvertimento ai banchieri
Draghi ha avvisato le grandi banche che si sono sovvenzionate per miliardi di euro a tassi irrisori allo sportello della Bce per poi investire tutta questa liquidità in remunerativi e sicuri titoli di Stato piuttosto che girarli alle imprese. La Bce “non può e non vuole sovvenzionare banche insolventi”, ha detto il presidente dell’Eurotower ricordando che l’ingentissima liquidità erogata non è un sostegno occulto al capitale degli istituti, così come non è ammissibile che l’intero flusso finanziario sia finito in titoli di Stato, in quanto così di fatto la Bce avrebbe sovvenzionato i governi dell’Eurozona. Cosa che Francoforte non può e non deve fare. Infatti, ha specificato il presidente della Bce, fare le riforme strutturali, risanare i conti pubblici e rimettere in ordine i bilanci delle banche non è compito della banca centrale
Previsioni in chiaroscuro
Il quadro generale in Europa sembra stabilizzarsi e rispetto al culmine della crisi sono molti i segni di miglioramento. Ma la situazione è tutt’altro che sotto controllo. Quasi tutti i paesi dell’Eurozona hanno un’economia ampiamente sotto stress. E quasi tutte denunciano una perdita di competitività. Uno scenario dunque, tutt’altro che tranquillizzante.
Mutui -40%
Che le banche in Italia stiano tradendo il loro mandato di istituti di credito e stiano utilizzando impropriamente i soldi presi a prestito dalla stessa Bce è provato dall’ultimo drammatico dato sui mutui. Nei primi nove mesi del 2012 le erogazioni sono scese quasi del 40%. Estremamente penalizzato il sud e le isole, dove spesso le banche utilizzano pretesti e lungaggini burocratiche per giustificare il loro no.
Boom per il Btp Italia
Ieri intanto partenza col botto per la nuova offerta di Buoni del tesoro poliennali rivolti alla clienetla retail. A fine giornata il Btp Italia ha raccolto quasi 9 miliardi di euro (8,98 miliardi). Si tratta di un buono indicizzato all’inflazione, a cui il Tesoro venerdì scorso ha assegnato una cedola minima del 2,25%. L’offerta sarà chiusa anticipatamente già questa sera. Il rendimento annualizzato di questi Btp è stimato in 4,78%.
In occasione dell’ultima emissione del Btp Italia lo scorso ottobre, furono collocati 18 miliardi, ma una raccolta vicina ai 15 miliardi solo in questo giro porterebbe l’ammontare di emissioni nette già nei pressi del livello corrispondente al target per l’intero 2013.
“Il successo di ottobre ha sottolineato l’importanza di tenere un po’ sotto controllo l’ammontare finale della transazione”, ha spiegato Maria Cannata, responsabile della gestione del debito italiano parlando ieri a Radio24.
C’è però l’impegno a restituire un po’ dei tanti soldi che lo Stato deve alle imprese. Per far fronte al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, per quanto nella sola quota di 40 miliardi in due anni, il Tesoro potrebbe per questo aver bisogno di risorse aggiuntive e approvigionarsi maggiormente di fondi. Secondo il Def il fabbisogno statale 2013 al netto del decreto è salito a 53,7 miliardi per poi passare a 73,7 con il pagamento della rata di debito delle pubbliche amministrazioni. “Per il 2013 ci aspettiamo emissione nette per 65 miliardi, 14 in più rispetto al 2012” è la stima dell’ufficio studi di Banca Intesa.