Dopo tre giorni consecutivi sopra quota 100mila, i contagi in Italia nelle ultime 24 ore scendono a 61.046 a fronte, però, di un numero di tamponi notevolmente inferiore, 278.654 rispetto ai 1.130.936, con un tasso di positività che schizza al 21,9% (+8,9%). I morti, secondo quanto riferisce il bollettino giornaliero del ministero della Salute, sono 133 (ieri 111) per un totale dall’inizio della pandemia di 137.646 vittime.
Il numero dei ricoveri ordinari, sempre secondo quanto riferisce il bollettino giornaliero, sale a 11.756 (+491 rispetto a ieri), i pazienti in terapia intensiva diventano 1.319 (+22), con 104 ingressi del giorno (ieri 135). I dimessi/guariti crescono di 12.164 unità, gli attualmente positivi diventano 1.070.537 di cui 1.057.462 in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di nuovi casi (qui la mappa) è ancora la Lombardia con 10.425 davanti ad Emilia Romagna (9.090), Lazio (7.993), Toscana (6.397) e Campania (5.192).
Per quanto riguarda i posti letto occupati nei reparti in area non critica o in terapia intensiva, secondo l’ultimo bollettino dell’Agenas, le degenze Covid sono in crescita in 8 regioni. La regione che si avvicina di più alla zona arancione, è la Liguria (già ufficialmente gialla), con il 22% (+1) dei posti occupati per Covid in terapia intensiva – oltre la soglia limite del 20 – e il 28% (+1), a soli 2 punti percentuali dalla soglia limite del 30. In aumento anche Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Sicilia, Toscana e Umbria.
Anche in Lombardia l’aumento è dell’1%, sia in terapia intensiva (ora al 15%), che in area non critica (19%). Nelle Marche le percentuali sono al 19% (+2) e 22% (0), in Abruzzo 12% (+1) e 14% (+1), in Emilia-Romagna 14% (+1) e 15% (0), in Sicilia 12% (+1) e 21% (+1), in Toscana 14% (+1) e 13% (0), in Umbria 9% (-1) e 20% (+2) e nella provincia autonoma di Trento 22% (+1) e 20% (0).
La media nazionale è stabile, sempre secondo l’ultimo bollettino dell’Agenas, con il 14% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e il 18% in area non critica. Nelle altre regioni il dato e’ stabile o in leggero calo, in alcuni casi anche a causa dell’attivazione di nuovi posti letto nei reparti, che fanno cosi’ diminuire le percentuali di occupazione.