Elly Schlein, dopo l’attacco iraniano a Israele, ha chiamato Meloni offrendo la sua collaborazione. Non m’è piaciuta. I capi del Pd si dicono di sinistra e poi alla fine appoggiano sempre le destre.
Marisa Mei
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Gentile lettrice, davanti ai duri tempi che viviamo ci si chiede se Schlein, che è un mistero avvolto in un enigma, sia la persona giusta al posto sbagliato o la persona più tragicamente fuori posto nel mondo. Infatti è: ebrea, di discendenza ucraina, di nazionalità statunitense. Ho detto tutto, ma spiego meglio. Nel suo libro “La nostra parte” Schlein parla dei nonni ebrei e della sua famiglia che fu sterminata per mano delle SS tedesche e ucraine. Verga giudizi pesanti sull’Ucraina: “Il nazismo è stato sconfitto, ma il suo rigurgito non è sopito”. Il libro esce il 15.2.22. Dopo pochi giorni la Storia le gioca uno scherzo: Putin ordina l’invasione. Schlein, appena candidata alle primarie, capovolge le sue opinioni per non essere impallinata da “cacicchi e capibastone” del Pd, i quali hanno or ora scoperto che Kiev combatte per la nostra libertà (oh, yes, è la democrazia 2.0). Ma poi la Storia si accanisce ancora. Il 7.10.23 scoppia la rivolta palestinese nel ghetto di Gaza e tre giorni fa l’Iran spara contro Israele. Schlein che fa? Si schiera con Israele e offre una comica “collaborazione” alla premier come se ad essere attaccata fosse stata l’Italia. Così, in un attimo, si ritrova a destra del ministro Crosetto, che lo stesso giorno dichiara: “Israele smetta di violare le regole internazionali”. Insomma, un po’ i danni li fa la Storia, ma un po’ è anche Schlein che non ne azzecca una.
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