La destra controlla quasi tutta l’informazione, da Rai a Mediaset. Adesso vuole anche l’agenzia di stampa Agi. Ma l’informazione è un pilastro della libertà. Questo è un attentato alla democrazia.
Rinaldo Rinaldini
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Gentile lettore, sull’affaire Agi è stato chiarissimo l’editoriale di ieri del direttore Pedullà. E lei coglie il punto della questione. La vendita dell’Agi sta passando nell’indifferenza dell’opinione pubblica. I giornali, con l’eccezione de La Notizia, fanno finta di niente. Eppure è un caso da far impallidire il sistema oligarchico vigente una volta in Russia e oggi in molti Paesi esteuropei. Lo Stato, padrone mediante l’Eni della seconda agenzia di stampa nazionale, medita di venderla ad Angelucci, un oligarca che si pasce di denaro pubblico nella sanità, dove possiede un vasto sistema di cliniche private convenzionate, e nell’informazione, dove controlla un piccolo impero (Libero, Il Tempo, Il Giornale), che succhia finanziamenti pubblici. La vendita dell’Agi è un caso da manuale oligarchico: come acquirente un deputato della Lega, cioè Angelucci, e come venditore l’Eni, ossia in ultima istanza il ministro Giorgetti della Lega. Le destre dunque non solo hanno occupato manu militari la Rai e rinsaldato il potere di un sistema oligopolistico come Mediaset, garante economico di Forza Italia, ma ora vogliono sfilare pezzi di Stato e infilarli nella tasca di poteri privati che pascolano nelle praterie del centrodestra. Se avvenisse in Russia, tutti daremmo addosso a Putin. Ma nella “democratica” Italia, silenzio assoluto. Del resto, siamo gli eredi degli ideali fascisti, no? Viva il Duce!
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