La morte di Navalny è un duro colpo per Putin. Sono troppe le morti sospette e si sa che tre indizi fanno una prova.
Luigi Mesumeci
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Gentile lettore, i giornali a pensiero unico, cioè tutti, si sono scatenati per Navalny: lo ha ucciso Putin e basta. Però prove zero. Eppure basterebbe chiedersi cui prodest? Che vantaggi ha Putin da quella morte? Nessuno: solo svantaggi. Sapeva che gliene sarebbe derivata una vasta pubblicità negativa, specie ora che con l’intervista a Tucker Carlson aveva fatto breccia in Occidente. Lei dice: troppe morti sospette. Ma sono sospette perché la stampa occidentale “sospetta” senza ragione e poi tramuta i “sospetti” in verità di fede. È il gioco delle tre carte. Prenda la giornalista Anna Politkovskaja: scriveva contro mafie e oligarchi e fu uccisa. Io punterei il dito su mafie e oligarchi, no? Niente: ha stato Putin! Altra buffonata: la spia russa doppiogiochista Sergej Skripal avvelenato in Uk col novichok, poi salvato per un pelo. Chi lo ha avvelenato? Putin! Skripal non conosceva più segreti. Era in Uk da 8 anni, prima aveva trascorso 7 anni in una prigione russa e non gli era stato torto un capello. Dopo 15 anni Putin si sveglia e manda i sicari a ucciderlo? Non succede neppure nei romanzi di Ken Follett. Da qui a dire che tre indizi (falsi) fanno una prova, è un attimo. Ormai s’è persa la ragione. Anche le menti migliori soggiacciono alla propaganda. Badi, non dico che Putin sia buono o cattivo, innocente o colpevole. Dico solo che l’Occidente è drogato e plagiato da tecniche di persuasione di massa e che la narrativa corrente è quasi tutta un falso clamoroso.
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